Il pisolino pomeridiano? Negli anziani potrebbe favorire l’insorgere della demenza

Un nuovo studio condotto da tre centri di ricerca americani avrebbe osservato che si lascia spesso andare a un lungo sonno ristoratore durate il pomeriggio sarebbe associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi neurodegenerativi.
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Kevin Ben Alì Zinati 27 Novembre 2022
* ultima modifica il 27/11/2022

Il pisolino pomeridiano? Piacevole sì, ma non sempre buono per la salute, specialmente quella degli anziani.

Chi si lascia andare a un lungo sonno ristoratore nel pomeriggio sarebbe associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi neurodegenerativi.

Uno studio nato dalla collaborazione tra l'Università della California a San Francisco, la Harvard Medical School e il Brigham and Women's Hospital avrebbe infatti notato un particolare legame tra sonni diurni lunghi e frequenti e un rischio di demenza più elevato.

Sulla rivista Alzheimer's and Dementia, il Journal of the Alzheimer's Association il gruppo di ricercatori americani ha spiegato come avrebbe rivoluzionato l’idea che il sonnellino pomeridiano compenserebbe l’insonnia o la mancanza di sonno durante la notte.

Utilizzando dei dispositivi simili a orologi, hanno misurato il sonno di 1065 persone anziane con un’età media intorno agli 81 anni. Si trattava di pazienti già inserititi nel programma di monitoraggio lungo 14 anni del Rush Memory and Aging Project presso il Rush Alzheimer's Disease Center di Chicago.

I partecipanti allo studio hanno indossato al polso dei sensori, chiamati Actical, per un massimo di 14 giorni e poi annualmente hanno sostenuto dei test neuropsicologici con cui i ricercatori hanno valutato il loro stato cognitivo.

Ai blocchi di partenza della studio 812 partecipanti (quindi il 75,7%) non avevano alcun deficit cognitivo, 209 (dunque il 19,5%) avevano un leggero deterioramento della propria attività cognitiva mentre 44 persone (pari al 4,1%) avevano una diagnosi di demenza.

La successiva analisi dei dati aveva messo però in evidenza che i “sani” erano associati a un aumento dei sonnellini giornalieri di circa 11 minuti, chi ha mostrato segni di lieve deterioramento cognitivo aveva svolto riposini di 24 minuti mentre i pazienti con demenza conclamata tendevano a dormire fino a 68 minuti in più.

Il risultato, secondo i ricercatori, è che chi più di un’ora durante il giorno avrebbe il 40% di rischio in più di rischio di sviluppare una malattia neurodegenerativa rispetto a chi, invece, si riposa per meno tempo.

Fonte | "Daytime napping and Alzheimer's dementia: A potential bidirectional relationship" pubblicata il 17 marzo 2022 sulla rivista Alzheimer's and Dementia, Journal of the Alzheimer's Association

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