Il reattore solare che ricava idrogeno, ossigeno e calore dal sole (come un albero): ecco come funziona

L’École Polytechnique Fédérale de Lausanne ha installato nel suo campus una grande parabola che è in grado di ottenere energia pulita dal sole. Ma in forme diverse da quelle a cui siamo abituati.
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Sara Polotti 22 Luglio 2023

Il punto di partenza è l'energia solare.

Da essa si ricavano però non solo energia elettrica, ma soprattutto idrogeno, ossigeno e calore. Com'è possibile? E perché questa invenzione è potenzialmente game-changer?

Si tratta di un'installazione creata dall'École Polytechnique Fédérale de Lausanne, in Svizzera, che di fatto è un reattore solare che produce idrogeno con un livello di efficienza senza precedenti, producendo anche calore e ossigeno.

La grande parabola

Il campus dell'EPFL ospita da qualche tempo una strana ed enorme parabola.

Questo reattore solare (perché di questo si tratta) funziona come se fosse un albero artificiale. Il reattore utilizza infatti la luce solare concentrandola approssimativamente 1.000 volte per trasformare l'acqua in idrogeno, ossigeno e calore utili e rinnovabili. Per farlo sfrutta una sorta di fotosintesi artificiale che permette di ricavare l'idrogeno dall'acqua utilizzando l'energia solare, producendo allo stesso tempo ossigeno e calore (che non viene disperso, ma recuperato). Ecco la novità.

Sophia Haussener, responsabile del Laboratorio di Scienza e Ingegneria delle Energie Rinnovabili (LRESE) della Scuola di Ingegneria, ha dichiarato che si tratta della "prima dimostrazione di idrogeno generato dal sole". Soprattutto, è la prima di dimensioni significative. "A differenza delle tipiche dimostrazioni su scala di laboratorio", dice Haussener, "questa comprende tutti i dispositivi e i componenti ausiliari, quindi ci dà una migliore idea dell'efficienza energetica che ci si può aspettare una volta che si considera l'intero sistema e non solo il dispositivo stesso".

La quantità di energia prodotta

Il team che si è occupato delle dimostrazioni ha raggiunto il limite di 1 chilowatt per il reattore pilota, con una potenza di uscita di quasi 2 chilowatt.

Si tratta, a quanto pare, di un'efficienza record che, dicono dall'università, fa ben sperare riguardo alla futura commercializzazione di questa tecnologia.

Le possibili applicazioni

Oltre a usare l'idrogeno e il calore così prodotti (e cioè in maniera pulita e rinnovabile) per le classiche applicazioni energetiche (domestiche o industriali), l'albero artificiale dell'EPFL permette di recuperare l'ossigeno.

Che non è più un sottoprodotto: secondo i ricercatori può infatti essere utilizzato in campo medicale, senza sprecare quindi nemmeno un grammo di ciò che questo reattore sociale permette di produrre.