
Il Mar Tirreno si prende un primato che non ci piace: nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino. Sto parlando di quasi 2 milioni di frammenti un un solo metro-quadrato. Purtroppo, sai che l'inquinamento dovuto alla plastica è una minaccia seria per tutti gli ambienti della Terra. I rifiuti galleggianti rappresentano però meno dell’1% della plastica che invade i nostri mari e gli oceani: il resto staziona invece sui fondali. Al momento non si sa ancora come si muovono e si depositano le microplastiche ma lo studio pubblicato su Science da un team internazionale di ricercatori delle università di Manchester e Durham, del National Oceanography Centre, dell’università di Brema e dell’Ifremer francese dimostra che le correnti oceaniche possono costruire ampi accumuli di sedimenti sul fondo del mare. Esisterebbe, dunque, un legame diretto tra le correnti marine la concentrazione di microplastiche sui fondali.
Analizzando campioni di sedimenti prelevati dal fondo del Mar Tirreno i ricercatori si sono resi conto che la diffusione della microplastiche non è uniforme. Non corrisponde cioè all'estensione delle zone di immondizia superficiali sovrastanti perché questi frammenti non si depositano con un percorso verticale dalla superficie al fondale. Anzi, queste vengono trasportate da potenti correnti di fondo che le concentrano così in determinate zone chiamate hotspot: i ricercatori hanno individuato canyon sottomarini e aree a grandi profondità.
È facile immaginarlo, visto che le micrioplastiche sono frammenti di dimensioni inferiori al millimetro originati da particelle fabbricate, da tessuti sintetici o derivati dalla rottura di detriti di plastica più grandi che non vengono trattenute dai desistei di filtraggio delle acque reflue. Per gli scienziati questi hotspot sono l’equivalente, in profondità, delle “garbage patches”, ovvero le “isole” di plastica che si formano in superficie.
Secondo le stime dello studio, nelle profondità del mediterraneo la concentrazione di microplastiche è elevatissima, la più alta mai rilevata nelle acque di mari o oceani: nei punti caldi, gli hotspot, possono raggiungere anche 1,9 milioni di frammenti in un solo metro-quadrato di fondale. Tantissimo. Ancora di più se pensi che il danno è anche doppio. Queste microplastiche sono, infatti, facili “prede” che per gli animali che abitano i fondali marini, dove l’acqua ricca di ossigeno e di nutrimenti trasportata dalle correnti favorisce lo sviluppo di comunità biologiche capaci di assorbire le microplastiche.