Diritto all’aborto, il riconoscimento della capacità giuridica del concepito è davvero attuabile?

Fratelli d’Italia ci riprova e presenta al Senato una nuova proposta per il riconoscimento della capacità giuridica del concepito, ricalcando la stessa già elaborata da Maurizio Gasparri (Forza Italia) a ottobre 2022. Ma dal punto di vista legale, tutto ciò si può fare?
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Giulia Dallagiovanna 19 Gennaio 2023
* ultima modifica il 19/01/2023
Intervista a Giulia Crivellini Avvocata, tesoriera dei Radicali Italiani e tra le promotrici della campagna Libera di Abortire

Aggiornamento del 19 gennaio 2023:

Fratelli d'Italia ci riprova e presenta al Senato una nuova proposta, questa volta a firma Roberto Mania. Di nuovo, la volontà sarebbe quella di modificare l'articolo 1 del Codice Civile per riconoscere la capacità giuridica a ogni essere umano. Feti compresi. L'obiettivo dichiarato nel testo è quello di "dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita". E ancora: "Embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo".

Articolo del 21 ottobre 2022:

Il centrodestra e la legge 194. In campagna elettorale da Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega era arrivata la promessa di non toccare il diritto all'aborto nei termini in cui è previsto oggi. Ma da quel 25 settembre le diverse proposte di legge, a livello comunale, regionale o nel Parlamento stesso, sembrano voler scardinare pezzo per pezzo tutti quegli strumenti che garantiscono l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza. L'ultima provocazione è arrivata da Ferrara, dove il consigliere leghista Alcide Mosso ha presentato due interrogazioni, ritirate subito dopo, per censire tutte le donne che scelgono di abortire e le persone che vogliono cambiare sesso. Più concreto, invece, il via libera di Regione Piemonte al fondo Pro-Vita da 460mila euro. E intanto il senatore Maurizio Gasparri rispolvera due proposte di legge in favore del "Riconoscimento della capacità giuridica del concepito" e dell'istituzione di una "Giornata nazionale della vita nascente".

"La capacità giuridica si riferisce all'attitudine di un soggetto di essere titolare di diritti e di doveri, riconosciuti dal nostro ordinamento", ci spiega l'avvocata Giulia Crivellini, tesoriera dei Radicali Italiani e tra le promotrici della campagna Libera di Abortire. Per riassumere, è quel momento in cui, da un punto di vista giuridico, si diventa una persona. "E questo comporta la titolarità di diritti fondamentali e inalienabili: all'immagine, alla vita, ad avere un nome, all'onore. Costuiscono la base stessa del principio di eguaglianza e devono essere garantiti a tutti al di là della provenienza e dello stato sociale. Di conseguenza, l'ordinamento prevede anche gli strumenti per far valere questi diritti di fronte a chiunque provi a lederli".

Nella pratica, Gasparri propone di modificare l'articolo 1 del Codice Civile, che oggi recita: "La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita".

Il meccanismo è facilmente intuibile. Se un feto è titolare di diritti inalienabili fin dal suo concepimento, la donna che interrompe la gravidanza sta commettendo un omicidio. "In questo modo crolla l'impianto della legge 194 proprio nella sua parte essenziale, ovvero quella in cui l'aborto viene previsto come diritto a determinate condizioni. La situazione giuridica viene riportata a una fase precedente il 1978, quando l'interruzione volontaria di gravidanza era un reato in qualsiasi circostanza", fa notare Crivellini, che sottolinea come nei Paesi in cui vige il divieto di aborto, il concepito sia appunto ritenuto soggetto di diritti e di doveri.

Con questa proposta, il senatore di Forza Italia ha dichiarato di voler onorare la memoria di Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, scomparso nel 2020. Un'operazione "pericolosa", in quanto rischia di portare il piano religioso e delle convinzioni personali, allo stesso livello di quello normativo: "Un peccato che diventa reato".

Il disegno di legge, in realtà, non dovrebbe avere vita facile. Approvarlo non significherebbe solo andare contro la 194, ma anche agire in contrasto alla Corte Costituzionale che, nella sentenza n.27 del 1975 aveva già decriminalizzato il reato di aborto, stabilendo che "non esiste equivalenza fra il diritto non solo alla vita ma anche alla salute proprio di chi è già persona, come la madre, e la salvaguardia dell'embrione che persona deve diventare".

Una legge che invece è passata è quella di Fratelli d'Italia in Regione Piemonte per l'istituzione di un fondo Pro-Vita da destinare a tutte quelle donne che decidono di non accedere all'IVG. La proposta ha fatto leva su un comma dell'articolo 2 della 194: "I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita".

"Lo ha stravolto, va detto chiaramente – denuncia l'avvocata. – Questa previsione si rivolge a una donna che ha già partorito, ha già scelto di portare a termine la gravidanza e si trova in una condizione di maternità. Diversa è invece la situazione di una donna che si reca in cosultorio perché vuole abortire e le viene intimato di non farlo in cambio di un aiuto economico".

"Se Gasparri e soci ci tengono così tanto a proteggere e sostenere la maternità e la famiglia – concludono in un comunicato le espondenti della campagna Libera di Aboritire – perché, invece di limitare i diritti delle donne, non si concentrano ad estendere questi diritti per esempio rafforzando le politiche di conciliazione vita-lavoro? È questo di cui hanno bisogno oggi le donne, non solo di bonus una tantum e non di certo di diktat da chi vuole scegliere al posto loro".

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