Il silenzio dei passi: la prima scuola di cammino a piedi nudi in Italia

Fondata dal trentino Andrea Bianchi, la prima Barefoot Hiking Academy italiana insegna alle persone a togliersi le scarpe e ritrovare un autentico contatto con la natura.
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Sara Del Dot 7 Novembre 2018

Toglierti le scarpe e trascorrere del tempo nella natura come se non te ne fossi mai allontanato, ritrovare una connessione vera, reale, autentica con la terra, i fili d’erba, ma anche l’acqua, la neve e le rocce. Stare a piedi nudi e ricostruire quel filo ormai spezzato con le tue origini primitive, riallacciare il legame con la vita della montagna. Da più di un anno, ormai, esiste un luogo dove è possibile essere guidati in questo percorso di riscoperta e meditazione. È la prima Scuola italiana di Camminata scalza in natura, si chiama Il silenzio dei passi, e gli eventi che organizza arrivano a contare fino a 200 persone. Tutte, rigorosamente, senza scarpe.

Il suo fondatore si chiama Andrea Bianchi, ha 47 anni e viene dal Trentino. La sua storia inizia qualche anno fa, durante una passeggiata in montagna con sua figlia, quando lei, a un certo punto, si toglie gli scarponcini. Andrea fa lo stesso, e per un quarto d'ora camminano scalzi lungo il sentiero. Questa esperienza suscita in lui una grande curiosità, tant'è che inizia a farlo con più frequenza e ad approfondire l'argomento. Per qualche anno tiene questa abitudine soltanto per sé, addirittura evitando altri camminatori lungo i suoi percorsi, finché, nel 2016, decide di scrivere il suo primo libro, Il silenzio dei passi, in cui descrive la sua esperienza di camminatore scalzo in montagna. Sebbene Andrea sia convinto che si tratti di una cosa "per pochi", il libro suscita grande interesse, tant'è che l'autore inizia a essere invitato in tutta Italia per parlare di questa esperienza, ma non solo: nel corso di questi incontri e conferenze, gli viene chiesto di accompagnare alcune persone a camminare a piedi nudi in montagna.

Di volta in volta, inizia a farsi sentire la necessità di sviluppare una didattica, una sorta di teoria, per avvicinare le persone a questa esperienza nel miglior modo possibile. Così, nel 2017 pubblica il suo secondo libro, A piedi nudi, una sorta di manuale per la camminata a piedi nudi in natura, da cui nasce poi l'idea di creare la Barefoot Academy Il Silenzio dei Passi (dal nome del primo libro), una vera e propria scuola in cui si organizzano corsi e workshop per imparare a camminare scalzi in montagna, che oggi conta oltre 41mila followers sulla sua pagina Facebook.

"Ma che ci vuole?" Starai pensando. Devi sapere che camminare a piedi nudi nella natura non significa soltanto togliersi le scarpe e fare tutto ciò che faresti se le avessi ancora addosso. Per questo motivo, i corsi di Andrea sono pensati al dettaglio per tutti i livelli di preparazione e abitudine alla montagna.
Noi di Ohga lo abbiamo intervistato per capire meglio come funzionano i suoi corsi e quali sono i benefici di una pratica al tempo stesso così arcaica e inusuale.

Come sono strutturati i corsi della scuola Il Silenzio dei Passi?

Di scuole di Barefoot Hiking in Italia non ce ne sono praticamente mai state, quindi è un'esperienza nuova. L'approccio della scuola è molto prudente e ispirato alla gradualità. Sicuramente fa molto bene camminare a piedi nudi, ma non bisogna sottovalutare il fatto che non ci siamo abituati. È quindi molto importante darsi il tempo e rispettare i propri limiti, senza pretendere di fare subito tutto quello che si fa con le scarpe. Ci sono vari livelli di esperienza: il livello d'ingresso, quello che tutti possono fare da subito, è fatto di attività per lo più stanziali: si imparano le tecniche di appoggio del piede, si fanno esercizi di equilibrio, di percezione del proprio corpo nello spazio, di prima abitudine a camminare sui terreni diversi. È comunque un'attività che si fa all'aperto, che è il suo vero valore: entrare in contatto con la temperatura del terreno e l'energia della terra. Da lì si accede ai livelli successivi in cui si comincia a camminare sulla terra, che dipendono dal tipo di terreno sul quale ci troviamo. Uno degli step successivi è quello dei seminari residenziali in rifugio, in cui si trascorrono un paio di giorni in natura, si imparano le tecniche e si cammina. Con due anni di attività costante e frequente si può arrivare tranquillamente a fare una classica escursione in montagna sulla maggior parte dei terreni non particolarmente ostici. Nel caso del cammino a piedi nudi vale proprio il detto ‘chi va piano, va sano e va lontano‘.

Non c'è il rischio di farsi male?

Innanzitutto ci sono delle regole, come ad esempio non camminare mai nell'erba alta. Poi, comunque bisogna stare attenti perché a piede nudo sei comunque senza una difesa. Tuttavia, tante delle paure che la gente ha sono più che altro mentali. Perché il piede ha molta sensorialità, ha una sua intelligenza naturale che ti consente di capire come e dove sta appoggiando. Inoltre, mentre cammini scalzo hai un livello di attenzione e concentrazione molto superiore a quello che hai quando indossi le scarpe. Quando cammini scalzo non ti puoi permettere il lusso di tirare un calcio a un sasso perché non l'hai visto o metti il piede come capita. C'è molta presenza, segui il tuo cammino passo passo, sei consapevole del perché metti il piede in un punto invece che in un altro, e anzi sviluppi anche una memoria topografica del percorso che fai, ti ricordi anche a distanza di tempo esattamente dove hai messo i piedi perché lì c'erano punti di appoggio sicuri. Sei molto attento, quindi è meno probabile scivolare o prendersi una slogatura perché si mette male il piede.

Quante persone partecipano?

Nei nostri workshop tendiamo a non fare gruppi di più di 20 o 25 persone, perché ne va della qualità dell'esperienza. Quindi passiamo da situazioni di 4-5 persone fino a una trentina. Ci sono momenti in cui il numero aumenta notevolmente, ma accade più che altro nell'ambito dei festival, dove si arriva anche a 60.  Parlando proprio di numeri, il 16 settembre abbiamo battuto il record mondiale della fila indiana a piedi nudi in montagna più lunga mai fatta. Eravamo 213 persone. È stato un evento davvero bello perché, al di là del numero, le persone sono venute da ogni parte d'Italia e d'Europa per arrivare in un posto stupendo ma comunque complicato da raggiungere. La qualità della presenza, la concentrazione, il silenzio è stato veramente emozionante. Questo significa che le persone hanno un grande bisogno di ritrovare un contatto con la natura.

Quali sono i benefici della camminata in montagna a piedi nudi?

I benefici partono dal piano fisico, soprattutto meccanico posturale. Perché recuperare il corretto appoggio del piede sul terreno naturale favorisce uno scarico migliore del peso del corpo a terra, che non si ripercuote sulla zona lombare, vertebrale e cervicale, in più favorisce una postura eretta. Poi ci sono vantaggi dal punto di vista cardiocircolatorio perché i piedi nudi, liberi di lavorare per come sono stati progettati, recuperano l'uso dell'arco plantare e iniziano a lavorare come una vera e propria pompa del sangue. Altri benefici sono legati al massaggio plantare che hai lavorando col piede scalzo sul terreno naturale, un po' come una vera e propria riflessologia plantare. Inoltre si fanno lavorare muscoli e leve cinematiche che altrimenti non verrebbero messe in azione.
Poi ci sono conseguenze positive più sottili, legate al discorso della concentrazione: viene recuperata una dimensione della camminata più consapevole, più presente. La camminata scalza è una camminata silenziosa, e questo silenzio dal piano meccanico passa al piano interiore, favorisce la concentrazione e aumenta la qualità del tuo essere nella natura. Il rapporto con la terra diventa più profondo.