Il Tavoliere delle Puglie, il granaio d’Italia tra storia e natura

La pianura italiana all’ennesima potenza: storia, geologia e natura, qui l’ambiente umano si intreccia con quello naturale a metà strada tra mare e Appennino.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
14 Giugno 2023 * ultima modifica il 14/06/2023

Secondo alcuni l’etimologia del nome deriverebbe dalle Tabulae censuariae, libro che registrava i beni posseduti dal fisco, ma oggi è conosciuto come il “granaio d’Italia”. Parliamo del Tavoliere delle Puglie, la seconda pianura più grande dello Stivale, per secoli dominio del pascolo per la transumanza appenninica, e oggi centro italiano della cerealicoltura grazie alle bonifiche degli anni ’30. Storia, natura e agricoltura si intrecciano in un territorio bellissimo ma estremamente delicato.

aumento-prezzi-grano

La “Fossa Bradanica”

Con i suoi 4.300 chilometri quadrati, il Tavoliere delle Puglie, dopo quella Padana, è la seconda pianura per estensione in Italia. Si trova tra il massiccio del Gargano a nord est, i monti della Daunia a ovest e le Murge a sud, mentre a est si affaccia sul Mare Adriatico. Appare come una distesa pianeggiante e monotona, quasi del tutto priva di morfologie di rilievo, a meno di alcune scarpate che rappresentano depositi marini o alluvionali terrazzati, e le incisioni di corsi d’acqua, prevalentemente stagionali, che corrono dagli Appennini al mare. Da un punto di vista geologico rappresenta il riempimento ad opera di depositi alluvionali e unità stratigrafiche di mare basso della cosiddetta “Fossa Bradanica”, ovvero una struttura geologica depressa che separa la catena appenninica dall’avampaese rappresentato dal territorio che si estende dalle Murge al Salento.

Oggi caratterizzato da un clima tra arido e subarido, il Tavoliere è spesso soggetto a fenomeni precipitativi di lunga durata che provocano estese inondazioni, anche a causa del substrato impermeabile del terreno. Questi eventi catastrofici hanno provocato numerosi morti nel corso di diversi decenni, con danni significativi alle infrastrutture (principalmente strade e ferrovie) e alle attività agricole.

I segni del paesaggio umano

Una zona abitati sin da tempi antichissimi, come testimoniano i ritrovamenti di villaggi risalenti anche al neolitico, e poi romani e medioevali. Interessante da questo punto di vista la storia di John Spencer Purvis Bradford, capitano in una Unità del Royal Intelligence Corps, il Servizio Informazioni Difesa dell’Esercito britannico che collaborava con le Unità della RAF nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale. Di stanza nella base alleata di San Severo (Foggia), osservando le foto aeree scattate durante i voli di ricognizione, Bradford comprese la presenza di reperti archeologici osservando le forme legate alla crescita asimmetrica della vegetazione e soprattutto del grano.

Fu così che vennero individuati villaggi neolitici come quello di Passo di Corvo (11 km a Nord Est di Foggia e datato tra 4.000 e 3.000 a. C.), o, l’abitato dauno di Arpi (9 km circa ancora a Nord Est di Foggia; risalente a VIII-IV sec. a.C.) che tanto impressionò il militare-archeologo. I risultati delle sue scoperte furono inclusi nel volume “Paesaggi sepolti in Daunia. John Bradford e la ricerca archeologica dal cielo 1945/1957” curato dalla sua biografa ufficiale, l’archeologa Francesca Radcliffe Franchin, e pubblicato dall’editore foggiano Claudio Grenzi in occasione del trentennale della morte dello storico inglese.

“(…) Solo dopo aver esaminato migliaia di fotografie aeree di questa regione sono riuscito a trovare una serie presa in condizioni ottimali per poter leggere il ‘paesaggio sepolto’ di Arpi (…) l’importanza di Arpi rimarrà sempre evidentissima dato che una pianta di questo tipo prima d’ora non era stata scoperta e descritta in modo così chiaro e completo in Italia. (…) Quando vidi questa foto aerea di Arpi feci fatica a credere all’evidenza della sua dimensione unica! Ma l’esperienza disse di sì! E così con mia moglie presi il primo treno per controllare a piedi questa scoperta’.

Foto area originale da cui è stato individuato il villaggio neolitico presso la Stazione Amendola

La delicatezza del “granaio d’Italia”

I campi di grano sono il segno distintivo del Tavoliere, da sempre considerato “granaio d’Italia”. In seguito agli interventi di bonifica che hanno prosciugato paludi e acquitrini, la pianura pugliese è diventata un’enorme area coltivabile dove oggi trovano spazio campi coltivati a frumento, legumi, barbabietola e pomodoro, ma si trovano anche oliveti e vitigni che consentono la produzione di oli e vini pregiati. Poche purtroppo le aree naturali sopravvissute all’agricoltura intensiva, ridotte praticamente a isole, tra cui il Bosco dell’Incoronata e i rarefatti lembi di boschi ripariali dei corsi d’acqua (torrente Cervaro).

Queste emergenze ambientali sono protette da un’area di circa 1.000 ettari che si trova a circa 12 chilometri dalla città di Foggia. Il Parco Naturale tutela un bosco di roverelle, in molti casi di età secolare, a testimonianza dei boschi planiziali originari che si distribuivano lungo la pianura prima delle grandi bonifiche. L’area è attraversata dal Torrente Cervaro, attorno al quale si sviluppano alberi ad alto fusto e la vegetazione ripariale.

Un’area dunque dove attività umane e ambiente convivono in uno stretto limbo tra il consumo di suolo e gli effetti delle attività umane, purtroppo anche illecite. Ultimamente, infatti, si osserva un aumento vertiginoso di discariche abusive, soprattutto tra Cerignola, San Severo, Lucera ma anche nel comprensorio rurale del foggiano. È necessario agire urgentemente per evitare i danni ambientali registrati in altre zone del nostro Paese, tristemente famose per attività simili, soprattutto in una zona così delicata e in equilibrio tra lo sfruttamento del suolo e la tutela degli ultimi lembi di natura incontaminata.

Un tratto del Parco del Bosco dell'Incoronata (ph. da pagina facebook pagina del Parco Naturale Regionale Bosco Incoronata – Foggia)

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…