Il tuo uovo di Pasqua è sostenibile? Non è detto. L’avvertimento del WWF su zucchero e cacao

Il WWF mette in guardia i consumatori sulle componenti principali del dolce pasquale più diffuso e amato. Zucchero e cacao, infatti, sono responsabili di deforestazione e distruzione di habitat naturali in diverse parti del Pianeta.
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Sara Del Dot 1 Aprile 2021

Pasqua è alle porte e, che tu senta o meno la tradizione, è molto probabile che non ti farai mancare sulla tavola l’uovo di cioccolato. Che sia fondente, al latte, di marca o acquistato per aiutare qualche associazione di beneficenza, l’uovo è un vero e proprio must della festività primaverile.

Eppure, in un periodo storico che ha fatto della salvaguardia dell’ambiente la propria regola, anche se non sempre rispettata, è giusto che tu sappia che non tutte le uova possono essere considerate sostenibili. E quindi che anche l’amatissimo uovo di pasqua può avere un impatto ambientale non indifferente.

A segnalare una questione decisamente poco considerata è il WWF, che approfitta del periodo pasquale e del boom di acquisti di uova di cioccolata per ricordare come zucchero e cacao, ovvero le principali componenti di questi dolciumi, siano spesso causa di deforestazione e frammentazione degli ecosistemi. E lo racconta nel rapporto “Zucchero e Cacao, due storie amare”.

Questo perché la loro produzione avviene spesso attraverso pratiche insostenibili che portano con sé deforestazione e perdita di habitat naturali, con tutto ciò che ne consegue. Tra cui l’emissione, secondo l’IPCC, di circa il 20% dei gas serra immessi ogni anno in atmosfera, che derivano proprio dalla distruzione delle foreste e degli ecosistemi.

Zucchero amaro

Secondo l’approfondimento, nonostante il consumo di zucchero si stia progressivamente riducendo nei Paesi occidentali per ragioni legate principalmente alla salute, nelle economie emergenti sta accadendo l’esatto opposto. In ogni caso, l’Unione europea è il primo importatore al mondo di zucchero di canna grezzo, che una volta arrivato viene lavorato per produrre i dolci che mangiamo ogni giorno. Oggi in Italia il consumo di zucchero è di circa 27 kg a testa ogni anno, circa 15-18 cucchiaini al giorno, assumendo alimenti come succhi di frutta, bibite gassate, caramelle, dolciumi vari.

Lo zucchero nel mondo viene prodotto per il 20% dalle barbabietole (di cui l’Ue è il primo produttore al mondo con il 50% del totale mondiale) e per l’80% dalla canna da zucchero, della cui forma grezza da raffinare, ripetiamo che l’Ue è primo importatore.

La canna da zucchero proviene per la maggior parte dal Brasile, che ne è primo produttore, seguito da India e Cina. Complessivamente, la superficie mondiale di terre coltivate per la canna da zucchero equivale a 31 milioni di ettari. Queste coltivazioni provocano sui territori in cui vengono fatte conseguenze su acqua, suolo, biodiversità. In più, ultimamente le fibre, le foglie e gli steli che restano dal raccolto sono molto richiesti per produrre il biocarburante etanolo, di cui il Brasile è diventato uno dei maggiori attori al mondo dopo gli Stati Uniti.

Queste immensi coltivazioni causano impatti ambientali ma soprattutto fenomeni di deforestazione, al fine di lasciare spazio ad ampliamenti soprattutto in vista di una più intensa produzione di etanolo.

Cacao distruttivo

Nel corso degli ultimi 30 anni la produzione di cacao nel mondo è letteralmente raddoppiata e la stragrande maggioranza (80% circa) delle fave di cacao del mondo provengono dai Paesi africani di Costa d’Avorio, Camerun, Ghana e Nigeria. Il 90% del cacao proviene da piccole piantagioni vicino alle foreste pluviali, dove l’albero di cacao fa crescere meglio i suoi frutti, le cabosse. Nella produzione di questo alimento sono impiegati 15 milioni di lavoratori tra cui tantissimi bambini, 2,1 soltanto in Costa d’Avorio e Ghana. A ciò si aggiungono gravi discriminazioni subite dalle lavoratrici o imprenditrici donne, spesso pagate molto meno degli uomini e impossibilitate a gestire la propria attività a causa dei limiti burocratici.

Il cacao è anche una delle principali cause di deforestazione nei Paesi africani in cui è coltivato, soprattutto a causa delle esigenze espansionistiche degli agricoltori che cercano nuovi terreni in cui coltivare. Qui le foreste scompaiono al ritmo del 4,2% all’anno. Questo naturalmente comporta varie drammatiche conseguenze, tra cui la perdita di habitat e di specie anche in via di estinzione come elefanti, leopardi e scimpanzé.

Che fare quindi?

Il mondo mangia sempre più cioccolato. In Italia, con il lockdown il consumo è aumentato del 22% rispetto all’anno precedente, e la domanda mondiale cresce a un ritmo del 3% annuo. Ma come fare per continuare a deliziare il nostro palato senza però contribuire a deforestazione e sfruttamento? Il WWF consiglia di consumare zucchero e cacao provenienti da filiere equo solidali e da agricoltura biologica, che garantiscano il rispetto delle condizioni di lavoro degli agricoltori e della biodiversità.