Immergersi nella natura per sperimentare viaggi fuori dal comune: Diana e il suo esempio di ecoturismo

Le emozioni del volontariato naturalistico, l’ebbrezza di viaggiare con persone sconosciute, la capacità di ritrovarsi uniti da un unico scopo. Questo e tanto altro nella storia di Diana Saguinetti, cresciuta tra cataloghi di agenzia e sogni di mete esotiche. Oggi ha fatto della sua passione un lavoro e ci guida tra elefanti, tartarughe e rispetto dell’ambiente.
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Emanuele La Veglia 5 Maggio 2021

Una storia su Instagram o un video su Youtube spesso ci danno l'impressione di conoscere tanti posti nel mondo. Eppure ci sono cose che vanno sperimentate in prima persona, in particolar modo il contatto con la terra, con l'acqua e con luoghi incontaminati. Diana Sanguinetti è la responsabile di Ecoway Travel, un progetto di ecoturismo, una parola che mette insieme le vacanze e l'ambiente. Scopriamo come!

A quando risale questa tua passione? 

Ho entrambi i genitori agenti di viaggio, quindi sono cresciuta sentendo parlare di posti lontani e ritagliando foto dai cataloghi. A 12 anni sognavo i templi di Angkor Wat in Cambogia, ancora prima di aver visto Tomb Raider. Un evento determinante è stato il primo viaggio in Asia a 23 anni con una compagna di università e delle persone che non conoscevo. Nessun hotel prenotato, l'unica cosa fissata era l'aeroporto di arrivo: Bangkok. Una delle esperienze più belle della mia vita, mi ha fatto innamorare di quel continente regalandomi la sensazione unica di essere dall'altra parte della Terra.

Quando hai deciso di farne un lavoro?

Una volta tornata a casa, organizzai una nuova avventura con un gruppo di amici, decidendo itinerario, strutture e attività da fare. Sulla stessa scia c'è stato il tirocinio all'università, legato alla fauna selvatica, e la tesi sull’ecoturismo a sostegno dei centri di recupero degli elefanti in Thailandia. Dopo la laurea ho messo in pratica il tutto ed è partito nel 2016 il primo viaggio Ecoway. Il nostro team è unito da uno spirito comune e basato sul confronto. Cerchiamo di valorizzare le qualità di tutti, integrando le nostre competenze.

Come spiegheresti ai lettori di Ohga cos'è l'ecoturismo?

Si tratta di un termine che può avere più significati e che può includere diverse realtà. Secondo me sta nel viaggiare con apertura mentale, entrando sempre in punta di piedi nei paesi visitati, cercando di assimilare il più possibile dalle diverse culture, e imparare e condividerlo con gli altri. Tutto questo nel rispetto del patrimonio culturale e naturale di un luogo.

Cosa consiglieresti a tal proposito?

Un safari all’alba in Sudafrica, un pernottamento in tenda con le iene che passeggiano nel campo, la visita ad un centro di recupero per elefanti sfruttati dal turismo. Oppure trekking con una guida locale che ti racconta i suoi segreti nel cuore pulsante del Costa Rica, i cervi in amore nel parco dello Stelvio, seguire tracce di animali nel deserto del Namibia. E ancora vedere la deposizione delle uova di una tartaruga verde su un’isola sconosciuta nel golfo del Gabon. Potrei continuare all'infinito…