In Brasile una foresta di mangrovie sorge al posto di una delle discariche più grandi del mondo, quella di Gramacho

A Jardim Gramacho, nella città di Duque de Caxias, i cittadini brasiliani hanno deciso di piantare una foresta di mangrovie dove prima c’era una delle discariche più grandi al mondo.
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Francesco Castagna 19 Giugno 2022

Come vivresti se sotto casa tua ci fosse una discarica di 1 milione e 300 metri quadrati? Fino a pochi anni fa per i cittadini di Jardim Gramacho, nella città di Duque de Caxias in Brasile tutto ciò era la realtà. Una realtà durata ben 34 anni. Fino al 2012 quest'area di smaltimento dei rifiuti era attiva ed era la più grande del Paese e una delle più grandi al mondo.

Nella discarica finivano 7.500 tonnellate di rifiuti al giorno e così con gli anni questo luogo è diventato una vera e propria miniera d'oro per i catadores brasiliani, ovvero coloro che vivono per le strade raccogliendo la carta, i cartoni, le lattine e altri materiali riciclabili.

Parliamo di circa 1.800 persone che riuscivano ad arrivare a fine mese, proprio attraverso la separazione manuale del materiale riciclabile: i catadores guadagnavano infatti da questa attività dai 300 ai 400 real. Per ovviare alla chiusura della discarica la città di Rio ha disposto 300 real mensili per ogni catador.

In passato, quindi, i catadores avevano creato un vero e proprio mercato dei rifiuti dal 1978, quando aprì la discarica. La situazione è stata anche raccontata nel documentario candidato nel 2011 al premio Oscar "Waste Land" dell'artista Via Muniz.

Come sai, lo smaltimento dei rifiuti in discarica ha un impatto ambientale notevole. Ma ora qualcosa è cambiato, i cittadini di Gramacho, dopo la chiusura dell'enorme discarica, hanno finalmente deciso di piantare in questo territorio 1.300.000 metri quadri di mangrovie.

Queste piante sono fondamentali per la tutela dell'ambiente a livello mondiale, perché sono in grado di adattarsi a diversi tipi di terreno e resistono a diverse condizioni climatiche. Proprio per la loro importanza, l'UNESCO le ha inserite nella lista del patrimonio globale per le loro capacità di cattura di CO2.