In futuro delle bolle spaziali potrebbero salvarci dal riscaldamento globale

Incapaci di trovare delle soluzioni sulla Terra, ci attendono anni di nuove tecniche per evitare che il riscaldamento globale peggiori. Dall’Istituto di Tecnologia del Massachusetts arriva una soluzione particolare: bolle spaziali per deviare le radiazioni del Sole.
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Francesco Castagna 22 Luglio 2022

Come un circolo vizioso, i politici internazionali da anni fanno scelte sbagliate per contrastare il cambiamento climatico e poi chiedono alla comunità scientifica di risolvere i loro errori.

Poi succede che prontamente non li ascoltino o lo facciano solo in parte (vanificando l'efficacia del parere scientifico) e, come un cane che si morde la coda, da anni ci troviamo ad affrontare situazioni per le quali non siamo pronti.

Così nelle università, o nei centri di studio, i ricercatori si muovono in una sorta di mondo parallelo in cui se tutto venisse applicato alla lettera sarebbe un mondo migliore.

È il caso dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts, che per contrastare il cambiamento climatico ha proposto una soluzione che non si era mai vista prima.

Paulina Sterpe (MIT)
Paulina Sterpe (MIT)

Le chiamano "space bubbles" e sono la nuova frontiera della geo ingegneria, la branca dell'ingegneria che risponde alle questioni legate al clima e al cambiamento climatico.

Se non lo sapevi, l'Istituto spiega che "basterebbe deviare l'1,8% della radiazione solare incidente prima che colpisca il nostro Pianeta per invertire totalmente il riscaldamento globale che stiamo vivendo".

Ma in che modo? Gli esperti dell'Istituto ritengono che queste bolle spaziali potrebbero essere "la nostra ultima e unica opzione", ma i costi e la fattibilità ancora fanno discutere.

Paulina Sterpe (MIT)
Paulina Sterpe (MIT)

Per ora infatti tutte le tecnologie di geo-ingegneria erano legate alla Terra, con un impatto enorme sul nostro Pianeta. Gli scienziati invece propongono di intervenire in modo differente nello spazio.

Le "Space bubbles" si ispirano al modello di Roger Angel, che nel saggio "Fattibilità del raffreddamento della Terra con una nuvola di piccoli veicoli spaziali vicino al punto di Lagrange interno (L1)" aveva già teorizzato l'uso di scudi-pellicole per deflettere le radiazioni solari.

Paulina Sterpe (MIT)
Paulina Sterpe (MIT)

Ma come sono fatte queste bolle? Si tratta effettivamente di "gusci sferici" realizzati con una pellicola sottile dallo spessore di 500 nm. Questo sistema di bolle potrebbe essere prodotto direttamente nello spazio fino a formare uno scudo deflettente e sarà posizionato nel punto Lagrangiano tra la Terra e il Sole.

Per fare chiarezza, un punto Lagrangiano è quel luogo nello spazio in cui due corpi di grande massa, attraverso l'interazione della forza gravitazionale di entrambi, permettono a un corpo terzo di massa inferiore di mantenere una posizione stabile rispetto a essi.

Chiaramente c'è da dire che questa è solo una delle soluzioni estreme da prendere nel caso la situazione dovesse peggiorare. Questo però non deve rallentare le azioni dei governo, che devono continuare a impegnarsi per contrastare il cambiamento climatico. È mai possibile che invece di raffreddare la Terra dalla Terra lo dobbiamo fare dallo spazio?