L'incendio che negli ultimi giorni si è sviluppato a nord della città greca di Alessandropoli, capoluogo della regione di Evros, all’estremo nord-est della Grecia, è il più grande incendio registrato in Europa negli ultimi 23 anni.

Lo ha dichiarato il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), che dal 2000 ha iniziato a raccogliere dati sugli incendi che si verificano nei Paesi dell'Ue.

Dall'inizio dell'incendio, il 19 agosto, le fiamme hanno bruciato un'area di 810 km, ovvero una superficie maggiore dell'intera città di New York.

Oltre agli incalcolabili danni procurati all'ambiente e alla fauna, da quando sono divampate, il 19 agosto, le fiamme hanno ucciso 20 persone. Diciotto di questi si pensa 18 siano migranti, in quanto i loro corpi – di cui ancora nessuno ha denunciato la scomparsa – sono stati ritrovati in un'area della regione, spesso utilizzata come punto di ingresso dalla vicina Turchia.

Incendi record in Grecia

Il servizio di protezione civile dell'Ue ha dichiarato che l'incendio ha bruciato più di 310 miglia quadrate (810 km quadrati).

Le fiamme, che hanno devastato chilometri e chilometri del parco nazionale Dadia, nell'area nord-orientale della Grecia, hanno reso necessario l'intervento di 407 vigili del fuoco, 11 aerei e un elicottero della flotta dell'Unione europea, ha riferito il commissario europeo Balazs Ujvari.

Da oltre due settimane la Grecia è alle prese con gli intendi boschivi, che hanno interessato soprattutto la regione di Evros, al confine con la Turchia e la Bulgaria. Solo nella penultima settimana di agosto sono stati registrati 300 incendi. Uno degli incendi ha raggiunto le foreste del Parcete, la catena montuosa a nord di Atene.

In generale, durante tutta l'estate gli incendi sono stati una costante nel Paese. Un aumento esponenziale degli incendi che il governo e diversi esperti attribuiscono alla crisi climatica.

"Sappiamo che gli incendi stanno diventando più gravi", ha dichiarato Ujvari. "Se si guardano le cifre degli ultimi anni, si notano tendenze non necessariamente favorevoli, e questo richiede ovviamente maggiori capacità a livello degli Stati membri", ha aggiunto il commissario Ue a proposito della necessità dell'Unione europea di potenziare i propri soccorsi in caso di incendi.