
Per gli attivisti ambientali di tutto il mondo, in particolare quelli che vivono in Sudamerica o in America centrale, rischiare la vita è un concetto che, a quanto pare, deve essere messo in conto senza “se” e senza “ma”. Non riesce infatti ad arrestarsi la catena di omicidi di persone che hanno dedicato l’intera vita a difendere la propria casa, il proprio patrimonio naturale e culturale, dando per questo fastidio a chi, su questo patrimonio, vuole speculare. In Honduras, nel giro di una sola settimana sono stati assassinati due difensori del Pianeta.
È accaduto a Félix Vàsquez, leader indigeno della tribù di Lenca e attivista contadino. Félix è stato ucciso davanti agli occhi della propria famiglia, freddato con quattro colpi di pistola da uomini incappucciati che hanno fatto irruzione nella sua casa a Santiago de Puringla. Félix aveva 60 anni e aveva da poco dichiarato la propria intenzione di candidarsi per il partito Libre e partecipare alle elezioni di marzo 2021, dopo aver combattuto per anni contro progetti idroelettrici e abusi fondiari, su cui aveva anche sporto denuncia alle autorità. Aveva inoltre segnalato già dal 2017 di essere stato vittima di minacce e intimidazioni, per le quali, riferisce Al Jazeera, erano state disposte delle misure protettive a gennaio 2020, misure che però non erano mai state realmente messe in pratica.
Pochissimi giorni dopo è stato il turno di Jose Adan Medina, membro del gruppo indigeno Tolupan, trovato anch’egli ucciso a colpi di arma da fuoco in una remota località dell’Honduras occidentale, a El Volcan. Sulla vicenda si è espressa anche Alice H. Shackelford, coordinatrice delle Nazioni Unite in Honduras, chiedendo giustizia e indagini rapide per una veloce identificazione dei colpevoli.
L’omicidio dei due attivisti ha ricordato a molti l’uccisione di Berta Càceres attivista honduregna, leader del popolo indigeno Lecca e co-fondatrice del Consiglio delle organizzazioni popolari ed indigene dell'Honduras, assassinata da sconosciuti nella sua casa nel 2016.
L’Honduras è classificato come il quinto Paese più mortale per gli attivisti, con 14 persone uccise nel 2019 contro le 4 del 2018. Un tristissimo bilancio per i difensori del Pianeta.