In India sono morti sette ghepardi nell’ambito di un progetto per reintrodurre la specie nel Paese

Una recente iniziativa mira a reintrodurre il ghepardo in India, dove è stato dichiarato estinto nel 1952, ma dall’inizio del progetto, a settembre 2022, sono già morti sette esemplari.
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Roberto Russo 13 Luglio 2023

Sette dei 20 ghepardi africani che l'India ha introdotto a partire da settembre 2022 nel proprio territorio per recuperare la specie, estinta nel Paese da oltre settant'anni, sono morti.  L'ultimo a perdere la vita, proprio in questi giorni, è stato Tejas.

Anche se le cause della morte del ghepardo sono da chiarire, sembra molto probabile che il decesso sia avvenuto a seguito delle ferite riportate in una lotta con una femmina della sua stessa specie, che si trovava nello stesso recinto con lui.

I responsabili del Parco nazionale di Kuno, nel Madhya Pradesh, dove sono ospitati i felini introdotti dall'Africa, hanno, infatti, riscontrato ferite sul collo di Tejas. È improbabile che siano stati i cinghiali presenti nello stesso recinto, perché questi attaccano principalmente le zampe e non il collo. Al momento, comunque, sono in corso delle indagini necroscopiche per accertare le cause effettive della morte.

Una lunga lista di morti

Tejas è, purtroppo, solo l'ultimo ghepardo africano a morire in India dallo scorso settembre. Fu in quel mese, infatti, che questi animali sono stati inseriti all'interno di un progetto che mira a liberare in India 50 ghepardi provenienti da Sudafrica, Namibia e Botswana nei prossimi cinque anni. Gli esperti avevano proposto il ghepardo africano per il ripopolamento al posto del ghepardo asiatico, che attualmente sopravvive solo in Iran, dove sono stati avvistati meno di 20 ghepardi negli ultimi anni.

Ricordiamo che il ghepardo asiatico è stato dichiarato estinto in India nel 1952, soprattutto per via della caccia indiscriminata e per la distruzione dei loro habitat naturali.

La scelta del luogo era caduta nella Riserva di Kuno, nello Stato indiano del Madhya Pradesh, per via della scarsa presenza umana e, al contempo, dell'abbondanza di acqua e il gran numero di specie erbivore che vi vivono.

La prima della lista a morire è stata Sasha, a fine marzo,  a causa di una malattia renale di cui soffriva fin dal suo arrivo; è toccato poi a Uday, morto per insufficienza cardiopolmonare alla fine di aprile, Daksha, dopo un violento scontro con un ghepardo maschio il 9 maggio, e altri tre cuccioli, dei quattro nati proprio all'interno di questo progetto.

Proprio a maggio, la Corte Suprema aveva espresso preoccupazione sulle morti dei ghepardi, chiedendo al governo di considerare l'ipotesi di spostare i felini in una collocazione diversa.