
Le automobili ad alimentazione elettrica sono certamente un'ottima soluzione per ridurre le emissioni, ampiamente sostenuta dalla comunità scientifica internazionale. Tuttavia, nemmeno le auto elettriche sono prive di difetti, soprattutto quando si parla di processo di produzione e smaltimento delle batterie. Solo quando tutta la filiera sarà sostenibile dal punto di vista ambientale si potrà parlare di vittoria. Ma anche quando la costruzione di automobili elettriche sarà sostenibile a livello sociale.
Capita infatti che alcuni processi produttivi abbiano un impatto particolarmente negativo: è il caso del progetto di estrazione di nichel sull'isola di Halmahera, in Indonesia, che rischia di distruggere il popolo degli Hongana Manyawa.
Il governo indonesiano ha da qualche tempo avviato questo programma di estrazione di nichel con l'obiettivo di diventare un punto di riferimento nella produzione di batterie per automobili elettriche. Tesla, così come altre aziende internazionali del settore, vi ha già investito milioni di dollari.
Tuttavia, l'ipotesi più accreditata è che l'estrazione di nichel sull'isola di Halmahera distruggerà vaste aree forestali e metterà a rischio la sopravvivenza di circa cinquecento membri degli Hongana Manyawa, popolo incontattato che vive nelle foreste dell'isola senza contatti con l'esterno. Si tratta di fatto di una società nomade di cacciatori-raccoglitori – uno degli ultimi rimasti sulla Terra, a cui non verrà chiesto un consenso libero e informato riguardo all'estrazione di nichel, nonostante le concessioni minerarie vengano comunque date alle aziende.
Secondo Survival, dal 2019 – quando sono iniziate le attività minerarie – sono state distrutte grandi aree di foresta che gli Hongana Manyawa considerano "casa". La compagnia incaricata dell'estrazione (la Weda Bay Nichel, WBN) progetta di aumentare il ritmo delle estrazioni e di continuare per i prossimi cinquant'anni, proprio allo scopo di rendere l'Indonesia un grande produttore di batterie di auto elettriche.
Non solo: l'azienda chimica tedesca BASF sta progettando di collaborare con Eramet (francese comproprietaria di WBN) per costruire una raffineria ad Halmahera, che potrebbe ulteriormente danneggiare il popolo degli Hongana Manyawa.
Ciò che colpisce e che fa riflettere è il fatto che questo tipo di produzione sia finalizzata a prodotti sostenibili ed ecologici, quando il rovescio della medaglia mostra bene i rischi che corrono tanto le foreste e gli ecosistemi quanto i popoli indigeni meno tutelati.
La direttrice generale di Survival International Caroline Pearce ha dichiarato che le aziende produttrici di auto elettriche non possono affermare di fornire un "consumo etico" ai loro clienti mentre la loro filiera di approvvigionamento distrugge un popolo incontattato.
"Tesla e altre compagnie produttrici di auto elettriche hanno la possibilità di essere all’altezza delle aspettative dei loro clienti e di evitare un’orribile – oltre che illegale – aggressione ai diritti umani – afferma – impegnandosi a garantire che nessuno dei minerali che acquistano provenga dalle terre dei popoli indigeni incontattati di Halmahera. Se non lo facessero, sarebbe come affermare che le vite degli Hongana Manyawa sono sacrificabili".
Credits photo: in apertura, una famiglia hongana manyawa nomade. La foto è stata scattata durante i primi contatti. ©Survival