
Tre anni senza pioggia inseriscono l’Iraq nella lista dei Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. Lo scorso aprile l’Internazionale già denunciava le problematiche legate alle politiche idriche di questo Paese in cui la desertificazione del territorio è oramai sotto gli occhi di tutti.
Le ultime immagini preoccupanti arrivano poi dalla riserva di Sawa, nella provincia meridionale di Al-Muthanna, dove le gazzelle rhim (Gazella leptoceros), riconoscibili per il manto color sabbia e le corna dolcemente ricurve, stanno letteralmente morendo di fame.
In poco più di un mese, la popolazione di questa specie, già inserita nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, è passata da 148 a 87 esemplari, vale a dire il 40 per cento di tutta la popolazione presente nell'area protetta.
Secondo quanto dichiarato da Turki al-Jayashi, direttore della riserva di Sawa, le gazzelle rhim non hanno più scorte di cibo perché i fondi necessari arrivati al governo per intervenire non sono mai arrivati alla riserva. E non va meglio al di fuori di questa area protetta. Al di fuori della riserva irachena, infatti, gli esemplari di questa specie vivono soprattutto nei deserti della Libia, dell'Egitto e dell'Algeria, ma secondo i dati contenuti dalla Lista Rossa della IUCN è improbabile che siano “più di qualche centinaio”.
La situazione è quindi molto preoccupante. Il Paese, impoverito da decenni di guerra, è alle prese con la corruzione, la crisi finanziaria e lo stallo politico dopo le elezioni di ottobre. Non solo. L’Iraq avrebbe bisogno di essere modernizzato per ciò che riguarda le infrastrutture e le politiche agricole, unico strumento utile per affrontare i cambiamenti climatici in atto.
Dopo averne pagato le conseguenze le gazzelle rhim e altre specie animali, sarà il turno di 41 miliardi di persone che vivono sul territorio iracheno. Per quanto tempo sarà ancora possibile far finta di nulla?