In Italia arriva il primo impianto di produzione di gas rinnovabile in provincia di Padova

L’Unione europea dovrà aumentare la sua produzione di biometano di sette volte rispetto al livello attuale entro il 2030. La Germania è tra i Paesi più virtuosi, mentre l’Italia è ancora indietro. Un primo passo però è stato fatto in Provincia di Padova, dove è stato inaugurato il primo impianto di produzione di gas rinnovabile al servizio di una distilleria.
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Francesco Castagna 20 Aprile 2023

È stato inaugurato nel padovano il primo impianto di produzione di biometano, un gas rinnovabile che si ottiene dal biogas, generato dai rifiuti organici dei centri urbani o dalle biomasse agricole e agroindustriali: scarti dei prodotti agro-alimentari, escrementi animali, residui del processo di lavorazione del legno, oppure da colture agricole e forestali dedicate proprio a questo tipo di produzione. Si tratterebbe di una delle fonti rinnovabili meno conosciute, ma fondamentali per la transizione energetica. Come avrai potuto leggere più volte, l'Italia ha ancora bisogno di gas per accompagnare il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Se da una parte l'Italia è impegnata nella ricerca di nuovi accordi sul gas con diversi Paesi, dall'altra potrebbe sfruttare le risorse presenti nel territorio per soddisfare la domanda di gas.

L'impianto, inaugurato il 12 aprile presso le Distillerie Bonollo di Conselve, in Provincia di Padova, è a tutti gli effetti il primo in Italia al servizio di una distilleria. Ma come funziona? La produzione di biometano in questo caso parte dai residui liquidi delle attività di distillazione. L'impianto riuscirebbe a produrre un quantitativo medio giornaliero di circa 10mila metri cubi per un totale complessivo annuo di 1,5 milioni di metri cubi. Se questi numeri possono sembrarti astratti, sappi che corrispondono circa ai consumi medi di 3mila famiglie.

Per ottenere tale quantitativo sono serviti 16 mesi di lavorazioni necessarie a effettuare l'upgrade tecnologico del precedente impianto di produzione di biogas. Successivamente è stato necessario costruire il collegamento per l'immissione del biometano nella rete Italgas grazie a una tecnologia all'avanguardia.

L'utilità di un sistema del genere è considerevole: se l'Italia cominciasse a ripensare le proprie distillerie in quest'ottica, tale processo sarebbe in grado di contribuire sensibilmente alla decarbonizzazione del sistema produttivo del Paese.

Da Provincia di Padova

"Oggi inauguriamo il primo impianto di biometano in una distilleria di grappa. E' per noi un'ulteriore passaggio nella logica dell'economia circolare che da sempre fa parte della nostra filosofia produttiva. Chi ci ha preceduto ci ha insegnato che oltre a ottenere la migliore grappa del mondo dobbiamo anche valorizzare ciò che resta della vinaccia dopo l'estrazione del distillato. Oggi produciamo biometano che deriva dalla lavorazione dei residui liquidi della distillazione e che ha quindi origine non fossile e viene immesso direttamente in rete tramite Italgas, per cui è il primo impianto di questo tipo, andando direttamente ai consumatori finali. Da qui il nostro contributo alla decarbonizzazione dei consumi di gas in un volume annuo medio che corrisponde ai consumi di 3.000 famiglie", spiega Elvio Bonollo, responsabile marketing e comunicazione delle Distillerie Bonollo.

L’iniziativa allinea l’Italia alle best practice di Francia e Germania, primi Paesi in Europa per connessioni al network di distribuzione, ed è coerente con il percorso tracciato dal REPowerEU che indica nel biometano la fonte di energia destinata a sostituire il 25% del gas naturale proveniente dalla Russia.

In quest'ottica infatti è possibile pensare di aumentare la produzione di biometano di sette volte tanto entro il 2030, per arrivare fino a 35 miliardi di metri cubi, come ha chiesto l'Unione europea nel piano RePowerEU. "Un obiettivo molto sfidante, servirebbero 5000 impianti come questo di Conselve in tutta Europa. La Germania ha un terzo della produzione europea, l'Italia è indietro, ha il 5% della produzione, ma abbiamo la possibilità di sfruttare la nostra filiera alimentare", spiega Pier Lorenzo Dell'Orco, Amministratore Delegato di Italgas.