In Italia due milioni di giovani adulti sono ipertesi e a rischio infarto precoce: l’allarme dei cardiologi italiani

In occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2023, gli esperti della Società Italiana di Cardiologia (Sic) mettono in guardia sull’abbassamento dell’età media d’insorgenza della pressione alta. Questo li espone a un maggiore rischio di infarto già dai 50 anni.
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Maria Teresa Gasbarrone 28 Settembre 2023
* ultima modifica il 28/09/2023

In Italia il 14% degli under 35 ha la pressione sopra la norma, ovvero più di una persona su dieci. Si tratta di due milioni di ragazzi e giovani adulti che rischiano di avere un infarto già a partire dai 50 anni e un ictus ancora prima di andare in pensione.

Quello dell'ipertensione precoce è un problema anche nei bambini: fino al 4% dei bimbi da 6 a 11 abbi ha valori di pressione alterati, senza che la loro famiglia ne sia cosciente.

In occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2023, gli esperti della Società Italiana di Cardiologia (Sic), lanciano l'allarme sulla salute dei giovani e giovanissimi, presente e futura. Secondo un ampio studio svedese appena pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, infatti, sere ipertesi in tarda adolescenza aumenta considerevolmente il rischio cardiovascolare da adulti.

Le cause dell'abbassamento di età d'insorgenza della pressione alta sono diverse, ma molte hanno a che fare con gli stili di vita, tra cui lo stress svolge un ruolo importante. Tuttavia, anche fattori ambientali, come l'inquinamento, contribuiscono a esporci al rischio di sviluppare malattie cardiocircolatorie.

Tre diciottenni su dieci ipertesi

La ricerca in questione, condotta dalle università svedesi di Umea e Uppsala, ha esaminato i dati di 1,4 milioni di uomini a cui è stata misurata la pressione durante la visita di leva e poi tenuti in osservazione fino al compimento dei 50 anni.

Il 29% dei diciottenni aveva valori di pressione superiori alla norma e il 54% era iperteso. "In queste persone – spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente Sic – si è registrato un graduale incremento del rischio di eventi cardiovascolari negli anni, tanto che un diciottenne iperteso su 10 ha avuto un infarto o un ictus prima della pensione".

In Italia il quadro non è migliore: il 14% degli under 35 e fino al 4% dei bambini fra 6 e 11 anni ha una pressione alta per la sua età. "Pochi genitori ci pensano – spiega Francesco Barillà, professore di cardiologia dell'Università di Roma Tor Vergata – e gli stessi pediatri raramente controllano la pressione in bambini e ragazzi. Sarebbe invece bene misurarla una volta l'anno. È un gesto semplice che diventa indispensabile se i genitori sono ipertesi o obesi".

Le cause

Rispetto al rischio di infarto, e in genere, sullo sviluppo delle malattie cardiovascolari, correggere gli stili di vita può fare la differenza. La riduzione negli ultimi decenni dei decessi dovuti alle malattie cardiovascolari si deve infatti per circa il 55% al miglioramento del controllo dei fattori di rischio, a fronte di un 40% è dovuto ai trattamenti farmacologici, spiega Domenico Gabrielli, presidente Fondazione per il tuo cuore e direttore della Cardiologia del San Camillo di Roma.

Tra gli stili di vita più impattanti ci sono il fumo, l'alcol, la scorretta alimentazione e la sedentarietà, che spesso causano – spiega Gabrielli – diabete, obesità, colesterolo alto.

Ma non è da sottovalutare nemmeno lo stress: secondo uno studio pubblicato su Jama, questo da solo aumenta di due volte e mezzo il rischio di infarto.

Salute del cuore e inquinamento

Oltre ai nostri stili di vita e le eventuali cattive abitudini, anche il luogo in cui viviamo può peggiorare la nostra salute. Uno dei fattori più rischiosi riguarda la presenza dei cosiddetti Pfas: secondo una nuova ricerca dell'Università di Padova, questi composti chimici, presenti sia nell'ambiente che in molti oggetti di ultimo quotidiano, potrebbero infatti – oltre agli altri effetti negativi – anche favorire il colesterolo alto nel sangue, poiché interferiscono con il suo assorbimento.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.