A volte ritornano. La specie canis aureus, meglio conosciuto come sciacallo dorato, è stata avvistata nuovamente in Italia dopo molti anni. Uno dei primi annunci era stato dato dalla Regione Emilia-Romagna, che ne aveva certificato l'avvistamento nella zona occidentale dell'Appennino Parmense, ai confini con la Liguria. Si tratta di un piccolo canide onnivoro che si ciba di roditori, anfibi, rettili, lepri o uccelli, ma anche di carogne e di vegetali. Abbiamo contattato la LAV – Lega Anti Vivisezione per parlare con Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici.
Vitturi, cosa dobbiamo aspettarci dal ritorno dello sciacallo dorato in Italia? Ci sono eventuali rischi per l'uomo o per l'ambiente?
Il ritorno dello sciacallo dorato sul territorio nazionale è un fattore positivo sotto tutti i punti di vista. In primis perché rappresenta il ritorno di una specie che era stata portata all'estinzione a causa di una continua persecuzione. Si tratta di un animale che ha anche delle caratteristiche predatorie, è considerato a livello europeo come parte della categoria dei "grandi carnivori", come il lupo o l'orso. È facile comprendere quali siano stati i motivi che hanno portato alla sua estinzione nel territorio, ma anche quali saranno le criticità a cui andrà incontro il ritorno di questa specie, come sta accadendo per il lupo. La vera sfida sarà rappresentata dalla convivenza con le attività umane che si svolgono sui territori selvatici, in primis l'allenamento. Sarà minacciato perché il rischio della predazione da parte dei lupi è alto, quindi la sua diffusione sul territorio sarà meno rapida rispetto a quella degli altri animali. Difficilmente andrà a occupare territori dove il lupo rappresenta già una presenza stabile, andrà in altri limitrofi. Rappresenta dal punto di vista della biodiversità una notizia bellissima, perché avere un predatore efficace contribuisce a mantenere sotto controllo le specie-preda. In questo caso si evita anche la diffusione di alcune malattie, visto che lo sciacallo dorato predilige in particolare prede deboli, o malate. Bisognerà però mettere in campo tutte le contromisure che possano favorire la convivenza e garantire la sopravvivenza di tutti gli individui. Il rischio è che la specie rientri nel nostro territorio, ma che al tempo stesso riparta la sua caccia. È necessario che le istituzioni regionali e nazionali informino i cittadini di quali sono i sistemi per mettere in sicurezza le loro attività, che potrebbero diventare oggetto di attenzione dello sciacallo dorato.
Crediti foto: Regione Emilia-Romagna