In Italia sprechiamo un sacco di gas metano e questo è un enorme problema per il Pianeta

Attraverso monitoraggi effettuati con telecamere a infrarossi, Legambiente ha scoperto che su 25 impianti di gas fossile e petrolio monitorati tra Sicilia e Basilicata, ben 13 sarebbero colpevoli di ingenti emissioni di metano: un gas fino a 86 volte più climalterante dell’anidride carbonica per i primi 20 anni dal suo ingresso nell’atmosfera.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Novembre 2022

I tuoi occhi non le vedono, le tue orecchie non le sentono ma il resto del tuo corpo sì, per non parlare del Pianeta e del clima. Loro, le emissioni di metano che fuoriescono accidentalmente dai nostri impianti a gas fossile e petrolio le sentono tutte.

In Italia questi rilasci in atmosfera si verificano spessissimo lungo l’intera filiera di produzione.

A volte sono provocati da una scarsa manutenzione o da guasti improvvisi, altre volte la colpa è di pratiche rischiose come il venting, ovvero il rilascio volontario e controllato di gas “inutile”.

Le emissioni di gas metano dagli impianti italiani "scoperte" da Legambiente grazie a una telecamera a infrarossi. Photo credit: Legambiente

Fatto sta che questi sistemi non mandano in fumo solo una preziosissima risorsa economicamente imporrate, ancora più importante considerato il contesto energetico di crisi in cui siamo oggi: immettendo metano all’esterno rilasciano un gas fino a 86 volte più climalterante dell’anidride carbonica per i primi 20 anni dal suo ingresso nell’atmosfera.

Legambiente ha individuato ben 13 impianti “colpevoli” su 25 monitorati a cavallo tra Sicilia e Basilicata e le perdite di metano registrate sono state significative: 15 casi di rilasci diretti (quindi attraverso le operazioni di venting) e 68 perdite, per un totale di circa 80 punti di emissione individuati.

Il monitoraggio è stato realizzato lo scorso ottobre nell’ambito della campagna di informazione e sensibilizzazione “C'è puzza di gas” per mezzo di una termocamera a infrarossi, grazie a cui è stato possibile osservare come le perdite di metano riguardassero diversi componenti delle infrastrutture come bulloni, valvole, giunture, connettori e contatori. Una prova, accusa Legambiente, di una scarsa manutenzione.

“In particolare, su 13 impianti in cui si sono verificate delle emissioni di metano, ben 11 sono infrastrutture legate al trasporto di gas fossile di cui 10 gestite da SNAM, 1 da Italgas, e 1 gestita da Greenstream BV (ENI e NOC)” scrive l’associazione ambientalista, chiedendo interventi urgenti per riparare rapidamente le perdite.

Chi e dove

Guardando ancora di più attraverso la lente d’ingrandimento, Legambiente ha individuato i casi più preoccupanti. In Sicilia spiccherebbe il Greenstream, ovvero il gasdotto che unisce Italia e Libia e che nel solo 2021 ci ha fornito 3,2 miliardi di metri cubi di gas fossile. A Gela, nel terminal di ricevimento del gasdotto, sarebbero stati registrati due importanti casi di rilascio volontario continuo in atmosfera e 9 perdite di vario genere.

In un’altra stazione dell’impianto, sempre a Gela, sono state individuate altre 12 emissioni di metano, di cui 2 venting, e 10 perdite da valvole, tubature e contatori.

A preoccupare ci sarebbero anche i casi di venting la Centrale di Compressione di Enna, “una delle infrastrutture del gas tra le più importanti in Italia in quanto luogo di trasmissione del gas fossile che arriva dal Nord Africa, vale a dire un terzo del gas consumato in Italia”. 

In Basilicata, due casi preoccupanti sarebbero quelli registrati al pozzo Alpi 4 in Val d’Agri, teatro di operazioni di venting, 1 perdita dall’unità di misurazione e 2 perdite lungo le tubature per un totale di 5 fonti di emissione, e nella stazione di regolazione nei pressi di Moliterno, dove sarebbe state 10 le fonti di emissione, di cui due per rilascio e 8 perdite da tubature, valvole e connettori.

Cosa chiede Legambiente

Legambiente ha le idee chiare e durante le manifestazioni in piazza degli scorsi giorni ha chiesto e preteso maggiori monitoraggi e controlli per ridurre le ridurre le emissioni di metano.

Ha chiesto poi anche adeguati strumenti normativi che impongano un monitoraggio costante di quanto avviene nelle diverse infrastrutture, pretendendo che compagnie e gestori energetici vengano costretti ad effettuare attività di rilevamento e riparazione delle fuoriuscite di metano mensilmente, intervenendo immediatamente ed in maniera efficace su ogni perdita. “Il regolamento europeo invece propone di intervenire solo sulle perdite di una certa grandezza, lasciando che il resto del gas metano venga sprecato. Solo così si aiuterebbe ad evitare il 42% delle emissioni dirette che si verificano oggi in Italia”.