
A livello ambientale c’è ancora tanto, troppo da fare ovunque. E in Italia una delle aree che più di tutte dovrebbe promuovere iniziative radicali per migliorare la qualità dell’aria, del suolo e della vita è senza dubbio la pianura padana. Traffico, attività industriali, sistemi di riscaldamento, allevamenti intensivi (che ricevono fondi comunitari), scarti agricoli, fanghi, sversamenti sono alcune delle attività molto diffuse che hanno reso questo territorio uno dei più industrializzati e inquinati, rendendo l’aria irrespirabile. Basti pensare che la qualità dell’aria di diverse città lombarde è classificata tra le peggiori d’Europa. Ne sei stupito? Io credo di no.
La situazione non è passata inosservata. In tanti negli ultimi anni si sono battuti e tuttora si battono per cambiare le cose, per spingere amministrazioni e istituzioni ad adottare leggi e politiche più stringenti a difesa di chi, in quei territori, ci vive, ci lavora, ci nasce. Ma come sappiamo bene l’unione fa la forza e anche in questa lotta è necessario essere più uniti che mai per far sentire la propria voce e raccogliere quelle di chi non ha mezzi per farsi sentire.
Rete Ambiente Lombardia nasce proprio per questo, unendo tutti gli attori (privati e associazioni) che da anni combattono per un ambiente migliore ed entrando a gamba tesa nel dibattito con l’avvio della campagna Apriti Cielo, una petizione con l’obiettivo di aprire un confronto con Regione, Comuni e Città metropolitane per intervenire su alcune decisioni migliorando così la qualità ambientale e di vita del territorio.
Oltre a rappresentare l’iniziativa che ha sancito la nascita della Rete, lanciata a fine maggio in occasione di un flash mob alla Loggia dei Mercanti di Milano, la petizione Apriti Cielo si pone anche come una sorta di manifesto in cui vengono snocciolate le questioni su cui sarebbe più urgente intervenire ora come ora in Lombardia.
Gli obiettivi che le realtà vorrebbero vedere realizzati sono infatti molti di più, così come elencato nell’ambizioso (ma necessario) testo della petizione:
Tutte questioni fondamentali e trasversali per ogni città, che dovrebbero essere affrontate il prima possibile senza se e senza ma.
La neonata Rete Ambiente non si pone quindi come una nuova realtà che va ad aggiungersi alle altre, bensì come una sorta di aggregatore di tutte quelle già esistenti che da tempo svolgono un lavoro fondamentale sui territori lombardi e oltre. Una grande, nuova figura con l’obiettivo di porsi come mediatore tra le istanze e i bisogni (ambientali ma anche sanitari) dei cittadini e il mondo politico-istituzionale.
L’idea di base è sì agire sul territorio lombardo ma anche partire da esso come modello per imporsi nel panorama nazionale e trascinare tutti in un percorso che renda il rapporto con i territori più rispettoso possibile.
Ma quali sono le trame di questa rete? L’elenco è lunghissimo (per ora circa 50 realtà) e coinvolge coordinamenti e associazioni note come Cittadini per l’Aria, Legambiente, Extinction Rebellion Milano, Fridays for Future Lombardia, No Triv Lombardia, Medicina Democratica Brescia, WWF Bergamo, ISDE MIlano, Basta Veleni.