
Il takahē ricorda un po' le galline d'acqua, ha un piumaggio prevalentemente blu cobalto, zampe rosse e un becco robusto di colore rosso-arancio. Soprattutto, sembrerebbe quasi sferico: ecco perché quando si erge frontalmente ricorda un piccolo mappamondo.
Il takahē, dicevamo è un uccello preistorico che si credeva estinto, ma che a quanto pare continua ad abitare la Nuova Zelanda.
I takahē (Porphyrio hochstetteri) sono uccelli di grandi dimensioni, con un aspetto che ricorda un po' le galline d'acqua. La loro lunghezza può variare dai 50 ai 63 centimetri e pesano tra i 2,3 e i 4,2 chilogrammi. Vivono fino a 18 anni circa e hanno un piumaggio prevalentemente blu cobalto, zampe rosse e un becco robusto di colore rosso-arancio.
Questi volatili sono endemici della Nuova Zelanda e sono strettamente legati agli ambienti montani. Originariamente, erano diffusi in tutta l'isola, ma la loro popolazione è drasticamente diminuita nel corso dei decenni a causa della caccia e della distruzione dell'habitat (quando i colonizzatori introdussero animali non autoctoni come gatti ed ermellini).
Addirittura, nel 1898 l'uccello fu dichiarato estinto, dopo che gli ultimi quattro esemplari vennero uccisi dai cacciatori.
Tuttavia, negli ultimi tempi qualche buona notizia fa ben sperare.
La prima notizia in realtà non è così recente: a metà del secolo scorso, infatti, il medico Geoffrey Orbell trovò un esemplare di takahē sui monti Murchison. Fu una scoperta importantissima, perché da quel momento si pensò a diversi interventi di conservazione e di ripopolamento che portò ad avere nel 2016 circa 300 nuovi takahē.
A oggi in Nuova Zelanda si contano circa 500 esemplari e le iniziative di ripopolamento continuano: solo recentemente sono stati liberati 18 uccelli nella valle Whakatipu Waimāori.