In provincia di Cuneo è nata la prima comunità energetica rinnovabile d’Italia

Un pannello fotovoltaico e diverse realtà che beneficiano dell’energia pulita che produce. Una comunità che si è votata all’auto consumo e all’auto produzione, cercando di sottrarsi alla sudditanza rispetto alle grandi multinazionali energetiche. Quella delle comunità energetiche rinnovabili è una transizione ecologica che parte dal basso, una rivoluzione per tutti dalle sfumature green.
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Sara Del Dot 15 Marzo 2021

Di transizione ecologica ne sentiamo parlare quasi ogni giorno, ormai. La necessità impellente di fare in modo che la produzione e la fruizione di energia siano sempre più sostenibili, meno impattanti e non gravino sulle tasche degli individui è infatti una questione che va affrontata il prima possibile. Per questo è fondamentale iniziare a valorizzare e replicare modelli virtuosi che, il percorso verso la transizione ecologica, l’hanno preso sul serio.

Un esempio si trova in un piccolo comune italiano, Magliano Alpi, situato in provincia di Cuneo, Piemonte. Proprio qui, il 12 marzo di quest’anno è stata inaugurata la prima comunità energetica d’Italia, denominata “Comunità Energetica Rinnovabile Energy City Hall”.

Ma cosa significa essere una comunità energetica? In pratica, già da dicembre a Magliano Alpi è possibile associarsi a un gruppo di produttori e consumatori di energia che uniscono le forze per creare energia sufficiente per soddisfare il fabbisogno di tutti. Qui, ad esempio, il Comune di Magliano Alpi, che si è proposto come coordinatore della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) oltre che produttore e consumatore, ha messo a disposizione un impianto fotovoltaico da 20 kilowatt di picco, della cui energia possono beneficiare realtà come biblioteche, scuole, palestre, una bottega e anche abitazioni familiari.

Ma non solo. Chiunque abbia a disposizione un impianto fotovoltaico costruito dopo l’1 marzo 2020 collegato “alla stessa cabina di trasformazione secondaria della zona di San Giuseppe”, come si legge sul sito del Comune, può proporsi come produttore energetico, mentre chi non ha a disposizione un impianto può associarsi come semplice consumatore.

Una vera e propria comunità che guarda a tutti, quindi, in un’ottica di democrazia e transizione vera che investe sia il settore energetico che quello sociale e umano. Un modello in cui tutti ci sono per tutti.

Quello della comunità energetica rinnovabile rappresenta un giro di boa tanto importante quanto necessario, a dimostrazione che l’utilizzo dell’energia pulita per favorire intere comunità non è soltanto possibile, anche è anche già in atto. Un modello virtuoso che crea gruppi di auto-produzione e auto-consumo, in cui si smette di dipendere dai grandi gruppi energetici e si diventa produttori delle proprie strette necessità.

Tutto ciò è stato accaduto grazie al Decreto Milleproroghe del 2020, “Innovazione in materia di autoconsumo da fonti rinnovabili”, che ha consentito il recepimento anticipato della direttiva 2018/2001/UE, "sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili" che ha l’obiettivo di promuovere l’uso dell’energia da fonti rinnovabili e che ha sancito la definizione di Comunità energetica rinnovabile (CER), oltre a spingere gli Stati membri a promuovere l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia. A tutto ciò si è aggiunto un decreto del Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha introdotto tariffe incentivanti per coinvolgere quante più realtà possibile nella realizzazione di queste comunità.

Con questi presupposti, presto l’esperienza di Magliano Alpi potrebbe essere replicata anche altrove. Vedendo la nascita di un numero sempre maggiore di comunità energetiche rinnovabili.