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In punta sull’orlo del baratro: i disturbi alimentari ovvero il lato nascosto della danza classica

Secondo diversi studi chi pratica danza classica presenta un’ossessione per la perfezione fisica maggiore della media e ciò può contribuire all’insorgenza di disturbi alimentari anche nei ballerini più giovani: sebbene ancora siano molte le resistenze sull’argomento, il problema esiste e va affrontato. L’esperienza di Mariafranceca Garritano, ballerina del Teatro della Scala, in prima linea in questa battaglia contro un “sistema malato”.
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Maria Teresa Gasbarrone 8 Febbraio 2023
* ultima modifica il 08/02/2023
In collaborazione con Maria Francesca Garritano ed Eleonora Orsi rispettivamente Ballerina del Teatro della Scala e Psicologa esperta in disturbi alimentari

Non solo tutù rosa e ballerine leggiadre come piume, quella della danza classica è una realtà spesso molto meno fiabesca di come siamo abituati a immaginarla. Orari estenuanti, stanchezza e disturbi alimentari sono più frequenti di quanto si ammetta e a volte possono diventare così invalidanti da trasformare la favola in incubo.

Quando nel 2010 Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret, pubblicò il libro "La verità, vi prego, sulla danza!", era ballerina del Teatro della Scala, all'apice della sua carriera – l'anno dopo sarebbe stata nominata ballerina solista -, ma nel giro di poco tempo la sua carriera venne stravolta per sempre: un anno e mezzo dopo la pubblicazione del libro la Scala la licenziò "per giusta causa" per via di alcune sue dichiarazioni sulla sua esperienza personale nella danza e i conseguenti problemi nel rapporto con il cibo e il corpo.

Attraverso la sua voce e il parere della psicologa Eleonora Orsi, esperta in disturbi alimentari e sport, Ohga ha indagato il lato meno conosciuto della danza classica.

Il caso della ballerina Mariafrancesca Garritano

"Mai avrei pensato che uno sfogo sulla mia esperienza personale avrebbe generato questo scandalo", ricorda ora la ballerina ripensando a come le sue parole vennero travisate. Dopo la pubblicazione del libro – racconta – venne intervistata da diversi giornali internazionali. In particolare il caso scoppiò dopo alcune sue dichiarazione al giornale inglese The Observer: "Il giornalista mi chiese cosa pensassi di certi studi sulla presenza dei disturbi alimentari nella danza classica e io mi limitai a confermare l'esistenza di questa realtà". Ma le sue parole vennero travisate anche dalla stampa italiana e si arrivò a titoli come "Alla Scala una ballerina su cinque è anoressica"  – riprendendo il titolo dell'articolo inglese -, parole che la ballerina dice di non aver mai pronunciato.

Mariafrancesca Garritano ha rischiato di perdere il suo posto al Teatro della Scala a causa di alcune sue dichiarazioni "travisate" dalla stampa

Dopo quattro anni di contenzioso, Mary Garret è stata richiamata dalla Scala, ma le cose – racconta – non sono mai più tornate come prima. Dopo quell'esperienza però la ballerina ha intrapreso una battaglia in prima linea – dai suoi social e come testimonal di Nutrimente Onlus – per sensibilizzare sull'argomento ed evitare che altri giovani danzatori e danzatrici vivano i suoi stessi problemi.

Danza e disturbi alimentari: cosa dicono gli studi

Tra le ricerche più recenti che hanno indagato il problema un lavoro scientifico del 2021 ha raccolto i risultati ottenuti da dodici diversi studi elaborati negli ultimi anni. Il dato più significativo riguarda l'atteggiamento delle ballerine verso l'alimentazione e più in generale il loro approccio al corpo. Queste sono le conclusioni che si leggono nel report:

"Le ballerine di danza classica mostrano un livello più elevato di restrizione e di desiderio di magrezza rispetto alla media, e potrebbero quindi essere più a rischio di sviluppare disturbi alimentari. Gli studi disponibili non consentono di discriminare gli atteggiamenti e i comportamenti alimentari disfunzionali dalle risposte adattive".

L'insoddisfazione corporea e l'interiorizzazione dell'ideale di magrezza sono tra i fattori di rischio dei disturbi alimentari

G. A. Silverii e colleghi

Studi di questo tipo nascono per individuare i fattori di rischio dei disturbi alimentari, una categoria che comprende anoressia, bulimia, ma anche binge eating disorder e i cosiddetti "disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati".

Il legame con la danza in realtà è indiretto: ovviamente non è la disciplina in sé a causare i disturbi, ma il culto del corpo come valore estetico assoluto e la ricerca ossessiva della perfezione a innescare quel meccanismo psicologico che potrebbe far insorgere un problema di tipo alimentare:

"L'insoddisfazione corporea, l'auto-oggettivazione e l'interiorizzazione dell'ideale di magrezza sembrano essere i fattori principali che aumentano ulteriormente il rischio di sviluppo dei disturbi alimentari", si legge nella premessa dello studio del 2021.

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"Un sistema malato"

Rispetto ad altri ambienti professionali in cui si ricerca costantemente la magrezza, com'è il mondo della moda – dove già da tempo diverse sono le voci che cercano di sensibilizzare sull'argomento ad esempio abolendo le taglie più irrealistiche in passerella -, nella danza classica parlare di questi argomenti sembra più difficile:

"Le persone nel mondo della danza, soprattutto a certi livelli, a volte sembrano sentirsi – racconta Garritano – quasi degli esseri ultraterreni e fanno fatica ad accettare che qualcuno di esterno, anche se esperto come un medico, dica loro che qualcosa non va, che ci sia un problema. Sentono le certezze su cui hanno costruito una vita sgretolarsi sotto i loro piedi, come se si rompesse un incantesimo".

Anche solo pensare che una persona con un fisico diverso da quel modello etereo tanto ricercato potrebbe danzare risulta difficile da normalizzare

Mariafrancesca Garritano, ballerina

Le certezze di cui parla la ballerina riguarda l'idea secondo cui solo certi corpi possono danzare. È questo il punto: dire questo significa costringere un sistema malato ad accettare il fatto che lo sia e a dover ammettere che deve fare qualcosa per guarire".

L'ossessione per la perfezione

In realtà la ricerca ossessiva della perfezione fisica come metro di giudizio del valore della performance è un aspetto comune ad altri sport. Di certo ricorderai lo scandalo che nell'autunno 2022 ha messo sotto sopra il mondo della ginnastica artistica italiana dopo la denuncia di alcune atlete sulle presunte vessazioni e umiliazioni – molte riguardanti il loro peso – inflitte da parte di allenatori e preparatori.

"Diversi sport che si basano sulla perfezione del gesto atletico e più in generale sulla perfezione estetica – spiega la psicologa Eleonora Orsi – costituiscono un fattore di rischio per il manifestarsi di disturbi alimentari. Che venga prima la predisposizione al disturbo o che sia lo sport a determinarne l'insorgenza è difficile da stabilire, ma è un dato di fatto che certi sport, come la ginnastica artistica, la danza o il nuoto, sono associati a una più alta presenza di queste problematiche".

Negli sport gli allenatori non dovrebbero veicolare il messaggio che il corpo sia un parametro dell'impegno dell'atleta

Eleonora Orsi, psicologa

In realtà alla base di queste problematiche non ci sono solo offese e insulti palesi. A volte basta molto meno, "dalle battute di un partner alla scelta degli insegnati di mettere in prima fila le ballerine più magre", racconta Garritano.

Non ruota tutto intorno al corpo

Rispetto a come in alcuni casi ancora si facciano commenti espliciti sul corpo dei ballerini "mi hanno raccontato – riporta ancora Garritano – che ci sono direttori di compagnie che dicono alle danzatrici “Anoressizzatevi”, a riprova del fatto che atteggiamenti di questo tipo vengono attuati anche verso ballerini adulti".

Oltre a riferimenti evidenti al peso o inviti alla magrezza, ci sono molte altre parole o gesti potenzialmente dannosi per la salute mentale degli atleti.

"Tutte le frasi – prosegue la psicologa – che si focalizzano sul corpo come metro di giudizio del successo e dell' impegno nella disciplina sono da evitare".

Bisogna tenere in mente che chi pratica questi sport a livello agonistico di solito inizia quando è ancora un bambino: "Quando sei così piccolo, ma anche durante la preadolescenza – aggiunge Orsi – non hai ancora maturato consapevolezza di chi sei e crescere in un ambiente in cui è normale dare molta attenzione al corpo, al peso e all’alimentazione potrebbe predisporti a sviluppare un rapporto malato con il cibo".

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Come prevenire un disturbo alimentare

Proprio perché la preadolescenza è la fascia d'età più colpita dai disturbi alimentari, per un adolescente può fare la differenza avere al fianco un adulto capace di cogliere eventuali campanelli d'allarme.

"Ogni cambiamento rispetto alle abitudini alimentari – spiega la dottoressa Orsi – merita attenzione. Soprattutto se il bambino o l'adolescente comincia a fare commenti sul proprio corpo o su cosa mangia". Anche frasi come "oggi sono stata proprio brava perché non ho mangiato nemmeno un dolce" non sono da sottovalutare, come ogni altro commento che implica una valutazione della forma fisica come come indice del proprio valore.

Ci sono anche altri atteggiamenti che potremmo definire "a rischio": chiudersi in bagno subito dopo ogni pasto oppure volersi muovere in continuazione sono solo alcuni esempi.

Gli insegnati, da parte loro, dovrebbero invece fare estrema attenzione al modo in cui si esprimono. A volte anche una frase detta senza cattiveria può avere conseguenze nocive: "Il mio consiglio – spiega la dottoressa Orsi – è di limitarsi a commentare la performance senza sconfinare nell'ambito dell'alimentazione, che dovrebbe sempre essere competenza esclusiva di un professionista specializzato come un nutrizionista o un dietologo".

Fonte | Eating psychopathology in ballet dancers: a meta-analysis of observational studies, pubblicato su Springer Link il 22 maggio 2021

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