In Sicilia la siccità prosciuga il Lago di Pergusa: era l’unico specchio d’acqua naturale

Il lago di Pergusa, in Sicilia, si è quasi prosciugato del tutto. Legambiente spinge affinché quest’area venga tutelata, come prevede la Nature Restoration Law.
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Francesco Castagna 28 Giugno 2024

Era l'unico lago naturale della Regione Sicilia, adesso non c'è più. La siccità ha fatto sparire letteralmente il lago di Pergusa, situato nelle vicinanze di Enna. Data la sua caratteristica unica per il territorio, l'Unione europea lo aveva promosso come sito di interesse comunitario ed era stata istituita una riserva naturale speciale. A darne notizia per prima è stata Legambiente, che da tempo monitorava l'area e che ha denunciato a più riprese la devastante situazione che stava attraversando il lago. La desertificazione ha colpito uno dei siti più importanti per la Regione Sicilia, al suo posto ora rimane una macchia di colore nero: è il fango umido che si sta seccando con l'arrivo della stagione calda. Le cause della scomparsa del lago sono sicuramente da imputare alla crisi climatica in corso, ma secondo Legambiente, "è stata però velocizzata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli Enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo".

Il lago di Pergusa non è stato soltanto un semplice specchio d'acqua, ma anche un importantissimo contenitore di biodiversità. Questo habitat infatti è stato da sempre "una delle più importanti stazioni di sosta per centinaia di specie di volatili durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa, è uno scrigno di preziosità florofaunistiche, è parte del grande mito della Sicilia, ed è un pezzo irrinunciabile della vita degli ennesi e dei cittadini del centro Sicilia che da tempo lo hanno eletto a luogo delle loro attività ricreative".

La desertificazione in Sicilia è un problema ormai strutturato, basti pensare che il Consiglio dei Ministri aveva già dichiarato a inizio maggio del 2024 lo stato di emergenza, su richiesta del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. In quell'occasione erano stati stanziati circa 20 milioni di euro da gestire nell'arco di tempo di 12 mesi.

Ma ciò non è bastato, afferma Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia: "abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale, fondamentale per aggiornare le conoscenze sullo stato del lago, e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua verso lo stesso. Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti, tanto che sul fondo dei canali si osservano ancora accumuli di materiale solido che interrompono la discesa dei liquidi verso il lago".

Il lago inoltre, essendo una riserva naturale speciale e un sito di interesse comunitario dovrebbe rientrare tra le aree da tutelare entro il 2030, come previsto dalla Nature Restoration Law, per questo Legambiente chiede "l’avvio di urgenti interventi di monitoraggio e di ripristino".