
A inquinare il pianeta Terra non sono solo i gas di scarico e l'uso spropositato delle risorse. Anche i rifiuti che produciamo sono deleteri per gli equilibri dell'ecosistema. A farne le spese, stavolta, sono le spiagge, e quindi direttamente noi che tocchiamo la sabbia inquinata dalle acque reflue che trasportano la nostra spazzatura.
Ma facciamo un passo indietro: quali batteri pericolosi contiene oggi la sabbia? E come hanno fatto ad arrivare lì?
Lo studio che ha rilevato la presenza di pericolosi batteri nella sabbia delle spiagge è stato condotto dai ricercatori e dalle ricercatrici dell'Università di Stirling, nel Regno Unito, che hanno analizzato la sabbia delle coste scozzesi, insieme alle alghe. Ciò che hanno trovato, sono diversi batteri fecali come l'Escherichia Coli (E.coli), l'Enterococco intestinale (IE) e altri patogeni, come il Vibrio spp, pericolosi per l'essere umano e potenzialmente causa di antibiotico-resistenza.
Questa ricerca ha quindi dimostrato come certi rifiuti possano facilitare la sopravvivenza dei patogeni, rendendo di fatto le spiagge pericolose per la salute.
I batteri individuati nella sabbia sono arrivati lì direttamente dai rifiuti in plastica per i liquami, ovvero gli strumenti come cotton-fioc e salviette umidificate, che finiscono davvero spessissimo sulle spiagge passando direttamente dalle acque reflue, perché gettati erroneamente nei WC. Un'abitudine aumentata a dismisura, secondo chi ha scritto la ricerca, durante la pandemia da Covid-19. "Anche per questo, mai come ora, c'è bisogno urgente di investire nella pubblica consapevolezza, per far sì che queste salviette non si introducano nel sistema delle acque reflue", si legge nelle conclusioni dello studio.
L'Escherichia Coli (E.coli), l'Enterococco intestinale (IE) e gli altri patogeni sono pericolosi per l'uomo poiché causano disturbi intestinali non indifferenti, non solo fastidiosi ma anche difficilmente risorvibili, perché si tratta di batteri debellabili spesso attraverso terapie specifiche, come quella antibiotica. Che però spesso non basta perché, come spiegato in precedenza, la presenza di questi batteri nell'intestino causa anche antibiotico-resistenza.