In Svizzera non passa il referendum per bandire i pesticidi sintetici e ridurre le emissioni di Co2

Con il 51,6% di voti contrari, domenica scorsa i cittadini elevetici hanno detto no a una serie di misure a favore dell’ambiente, tra cui l’introduzione di nuove imposte sui carburanti e lo stop ai pesticidi di sintesi. Delusione dei Verdi svizzeri: “Hanno vinto le lobby dei combustibili fossili e dell’agroalimentare”.
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Federico Turrisi 16 Giugno 2021

Quando chiedi un parere direttamente ai cittadini, non sai mai come può andare a finire. Vedi quello che è successo con Brexit nel 2016. Questa volta è la Svizzera ad essere messa in difficoltà dall'esito di un voto referendario: un voto che adesso mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici che si era posta la stessa Confederazione Elvetica.

Domenica scorsa i cittadini svizzeri sono stati chiamati alle urne per esprimersi su cinque quesiti, tra cui alcuni riguardanti molto da vicino il clima e l'ambiente: la legge federale per la riduzione delle emissioni di Co2 (che comprendeva anche nuove imposte sui carburanti e sui biglietti aerei, oltre a limitare ulteriormente le emissioni inquinanti da parte delle industrie) e le due iniziative "Per acqua potabile pulita e cibo sano" e "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici", volte a vietare da una parte le sovvenzioni per chi in campo agricolo e zootecnico impiega pesticidi e antibiotici, e dall'altra l'utilizzo di pesticidi di sintesi e l'importazione di derrate alimentari per cui sono state usate queste stesse sostanze.

Ebbene, l'affluenza è stata piuttosto alta per un referendum (quasi il 60%) e, a sorpresa e con un risicato margine ( 51,59% no contro 48,41% sì), sono state bocciate le proposte ambientaliste. Sono state invece approvate il rafforzamento delle misure di polizia per la lotta al terrorismo e l'estensione dei sussidi alle attività che soffrono maggiormente a causa del protrarsi dell'emergenza Covid-19. Secondo alcuni analisti, gli svizzeri sarebbero stati preoccupati proprio dall’impatto delle nuove misure sull’economia del paese, già messa in crisi dalle conseguenze della pandemia.

Non ha nascosto la sua amarezza per l'esito referendario la ministra dell'ambiente Simonetta Sommaruga, la quale ha detto che questo voto avrà delle ripercussioni negative sul futuro del Paese. Nelle intenzioni del governo, le misure bocciate avrebbero dovuto aiutare la Svizzera a dimezzare le sue emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, per avviarsi così sulla strada che porta alla neutralità climatica entro il 2050 (obiettivo condiviso con l'Unione Europea). In un comunicato diffuso dopo i risultati, anche il partito dei Verdi svizzero ha espresso tutta la sua delusione: per gli ambientalisti, gli unici a esultare sono le compagnie petrolifere e i giganti dell'agrobusiness, che potranno continuare a inquinare, frenando i progressi per la tutela dell'ambiente e la lotta contro i cambiamenti climatici.