
Ancora poco più di seimila firme e la petizione per interrompere lo show acquatico del Khao Kheow Open Zoo di Chon Buri, a sud di Bangkok, raggiungerà il suo primo obiettivo: 440.000 sostenitori per dire stop allo sfruttamento degli elefanti in acqua.
Come tutti i mammiferi, in natura gli elefanti sono ottimi nuotatori e amano stare in acqua. Ma chiunque può immaginare come, quando sei costretto a fare qualcosa contro la tua volontà, quella stessa cosa che sarebbe anche divertente, diventa un esercizio di routine, mal tollerato, che nel caso di questi elefanti diventa un vero e proprio sfruttamento.
Gli elefanti dello Khao Kheow Open Zoo sono costretti ad esibirsi due volte al giorno davanti a una folla di adulti e bambini in visibilio per lo show acquatico che offrono. In un video divulgato da China Global Television Network si vede chiaramente come un elefante venga costretto a immergersi in acqua e ad esibirsi in alcuni goffi esercizi prima di tornare in superficie per prendere aria. Tutto questo avviene mentre l'elefante viene montato dal suo addestratore e dall'altra parte del vetro della piscina, una moltitudine di spettatori applaudono entusiasti, senza neppure rendersi conto che questo elefante non si sta affatto divertendo.
A indignare, tuttavia, non deve essere solo lo spettacolo degli elefanti, ma anche l'addestramento a cui sicuramente vengono sottoposti questi animali. Secondo quanto denunciato dal rapporto realizzato dall’organizzazione senza scopo di lucro per il benessere degli animali World Animal Protection, in Asia tre elefanti su quattro sono vittime di crudeltà e maltrattamenti.
Incatenati, malnutriti e privati delle cure necessarie. Gli elefanti sfruttati nel settore del turismo e dell'intrattenimento subiscono addestramenti intensivi con metodi coercitivi (legati e colpiti con violenza) per ammansirli: phajaan è il nome della pratica usata per rendere docile l’elefante e consentire all’addestratore di addomesticarlo più facilmente. Purtroppo sono stati numerosi i casi di elefanti deceduti in seguito alle percosse ricevute, o di elefanti che smettono di alimentarsi perché non più in grado di sostenere queste condizioni.