
Non era mai stato registrato fino ad ora un calo così importante della domanda di energia elettrica da combustibili fossili nell'Unione Europea. A mostrare il nuovo quadro rassicurante è un nuovo studio elaborato dal think thank per l'energia pulita Ember. Il rapporto analizza i cambiamenti nel settore energetico europeo da gennaio a giugno 2023 per misurare i progressi della transizione energetica pulita. Secondo gli autori, il relativo calo della domanda è legato alla diminuzione della domanda e ad uno sprint dato dall'incremento delle fonti rinnovabili dei paesi comunitari.
Dando un rapido sguardo allo studio emergono tre fattori importanti:
L'Unione Europea è riuscita a raggiungere questi traguardi grazie a un ridotto uso di zolle di carbone e barili di petrolio e gas per alimentare le proprie centrali elettriche. Ciò ha determinato un record che i Paesi comunitari non avevano mai raggiunto finora.
L’aumento di energia eolica (+5%) e solare (+13%) ha aiutato a ridurre la produzione di energia elettrica da gas e carbone, con una riduzione rispettivamente del 13% per il primo e del 23% per il secondo.
Matt Ewen e Sarah Brown, autori del report, parlano di un vero e proprio collasso della produzione fossile nell'UE a favore di solare ed eolico, mentre il nucleare e l'idroelettrico sono in ripresa dopo aver toccato i minimi storici nel 2022.
"Il declino dei combustibili fossili è un segno dei tempi. Il carbone e il gas sono troppo costosi e rischiosi e l'UE li sta eliminando. Ma è necessario che l'energia pulita sostituisca più rapidamente i combustibili fossili. Per sostenere un'economia resiliente in tutta Europa, è urgente una spinta massiccia, soprattutto per quanto riguarda l'energia solare ed eolica", ha dichiarato Ewen.
Nello studio si legge anche che il calo ha interessato tutta l'Europa, esattamente con una diminuzione di almeno il 20% in almeno undici Paesi e di oltre il 30% in cinque (Portogallo, Austria, Bulgaria, Finlandia ed Estonia).