“Inadempiente sulla gestione delle fogne e delle acque reflue”: Italia condannata dalla Ue

La Corte di giustizia europea ha emesso ieri una sentenza contro l’Italia, ritenendola colpevole di non aver rispettato una serie di obblighi previsti dalla direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue in centinaia di aree. Il nostro Paese, in seguito a un’altra condanna risalente al 2018, sta già pagando milioni di euro per questo tipo di violazioni.
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Federico Turrisi 7 Ottobre 2021

Non c'è solo l'inquinamento dell'aria. L'Italia è inadempiente anche su un'altra materia delicata: il trattamento delle acque reflue, su cui esiste una direttiva europea di riferimento, la 91/271/CEE. Proprio perché il nostro Paese continua a non rispettare una serie di obblighi previsti dalla normativa comunitaria, la Commissione Europea aveva deferito l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, dopo aver aperto una procedura d'infrazione nel 2014, e nella giornata di ieri è arrivata la sentenza dei giudici di Lussemburgo che condanna il nostro Paese.

In particolare, l'Italia non ha preso le disposizioni necessarie per garantire che siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane 159 agglomerati, e non ha assicurato che siano sottoposte al trattamento appropriato nei depuratori le acque reflue urbane che confluiscono nelle reti fognarie in altri 461 agglomerati.

Inoltre, in alcune aree sensibili dal punto di vista ambientale – tra cui il bacino drenante nel Delta del Po e nell'Adriatico, del lago di Varese, del lago di Como e del bacino drenante del Golfo di Castellammare (in Sicilia) – lo Stato italiano non ha garantito che la percentuale minima di riduzione del carico complessivo in ingresso in tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane fosse pari almeno al 75% per il fosforo totale e almeno al 75% per l'azoto totale.

L'Italia dovrà adesso pagare le spese legali, ma nell'immediato non sono previste multe o sanzioni. Questo perché si tratta della prima condanna per inadempimento per quanto riguarda questo specifico caso. Tuttavia, c'è da dire che per lo stesso tipo di violazioni in materia di gestione delle reti fognarie e delle acque reflue (ma diversi sono i centri urbani e le aree interessati), l'Italia era già stata condannata nel 2018 dalla Corte di giustizia europea al pagamento di una multa di 25 milioni di euro. A questa si aggiunge un'ulteriore sanzione pecuniaria di 30 milioni, che scatterà ogni sei mesi finché le autorità nazionali non riusciranno a dimostrare di aver ristabilito una situazione di conformità con quanto previsto dalle disposizioni europee. Come a dire, quando non si rispetta l'ambiente, chi ci rimette alla fine siamo noi cittadini.