Integratori e salute: l’olio di pesce può aumentare il rischio di ictus e aritmie nelle persone sane

Assumere integratori senza reale necessità può essere rischioso. Un nuovo studio sul consumo di olio di pesce rivela un possibile aumento del rischio di ictus e aritmie nei soggetti sani.
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Redazione 23 Dicembre 2025

Gli integratori alimentari sono spesso considerati soluzioni salutari per colmare eventuali carenze o migliorare il benessere generale. Tuttavia, un uso scorretto o non giustificato da specifiche condizioni cliniche può rivelarsi dannoso.

Sempre più studi, infatti, mettono in luce i rischi associati all’assunzione di integratori senza indicazioni mediche, tra cui un senso di falsa sicurezza rispetto a malattie cardiovascolari e altre patologie croniche.

Olio di pesce e rischio cardiovascolare: cosa dice il nuovo studio

Un recente studio pubblicato sul British Medical Journal lancia un allarme importante: gli integratori a base di olio di pesce potrebbero aumentare il rischio di ictus e aritmie nei soggetti sani, contrariamente a quanto si è sempre creduto.

Questi prodotti, ricchi di acidi grassi Omega-3, sono da tempo promossi per i loro presunti benefici su cuore, cervello e infiammazioni. Tuttavia, i nuovi dati suggeriscono che tali vantaggi si manifestano solo in persone già affette da patologie cardiovascolari.

I numeri dello studio: aumento di aritmie e ictus nei soggetti sani

Secondo la ricerca, l’uso regolare di integratori di olio di pesce è stato associato a:

+13% di rischio di aritmie (fibrillazione atriale)

+5% di rischio di ictus
(nei soggetti senza malattie cardiovascolari)

Al contrario, nei pazienti con patologie cardiache pregresse, gli stessi integratori sembrano:

Ridurre del 15% il rischio di passare dalla fibrillazione atriale all’infarto

Diminuire del 9% il rischio di mortalità legato all’insufficienza cardiaca

Come è stato condotto lo studio

I ricercatori hanno analizzato i dati della UK Biobank, uno dei più grandi database sanitari del Regno Unito, esaminando le informazioni cliniche di oltre 415.000 adulti tra i 40 e i 69 anni, tutti inizialmente senza malattie cardiovascolari.

Il campione è stato monitorato per circa 12 anni, periodo in cui:

Oltre 18.000 soggetti hanno sviluppato fibrillazione atriale

Più di 22.000 hanno avuto un evento cardiovascolare (infarto, ictus o insufficienza cardiaca)

Circa 22.000 sono deceduti

Uso consapevole degli integratori: la cautela è d’obbligo

I risultati dello studio sottolineano un punto cruciale: gli integratori non sono sempre sicuri, soprattutto se assunti senza controllo medico. Anche un prodotto comunemente considerato benefico come l’olio di pesce può comportare rischi concreti per la salute cardiovascolare.

I ricercatori raccomandano prudenza nell’utilizzo di questi integratori a scopo preventivo nei soggetti sani, in attesa di ulteriori studi che chiariscano i meccanismi di azione e i possibili fattori di rischio.

Conclusioni

L’assunzione di integratori alimentari dovrebbe avvenire solo in presenza di carenze reali o condizioni cliniche specifiche, sotto consiglio di un medico. L’idea che “più è meglio” non si applica alla salute, e l’uso scorretto di integratori può portare più danni che benefici, soprattutto quando si tratta di prodotti come l’olio di pesce.