Francesco Barberini, che a 13 anni studia gli uccelli, scrive libri e si confronta con Piero Angela

Francesco Barberini è un giovanissimo divulgatore che si occupa sin da piccolo di ornitologia e birdwatching, viaggiando in tutto il mondo e ottenendo riconoscimenti importanti. Come riesce a districarsi tra la scuola, il karate e i mille impegni? Glielo abbiamo chiesto ed ecco cosa ci ha raccontato.
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Emanuele La Veglia 12 Febbraio 2021

Il prossimo maggio compirà 14 anni, ma Francesco Barberini è già un aspirante ornitologo, come ama definirsi. Forse ti starai chiedendo cosa vuol dire ornitologo. Si tratta di uno studioso che si interessa di uccelli selvatici passando il tempo ad osservarli e, con i nuovi mezzi di comunicazione, a divulgarli, cioè a raccontarne le caratteristiche e le abitudini in modo semplice e chiaro. Noi di Ohga l'abbiamo contattato per capire le origini di questa sua passione e farci raccontare i traguardi raggiunti finora.

Ciao Francesco, com'è nato questo interesse così forte?

La mia passione per l’ornitologia ha avuto inizio nel momento esatto in cui ho visto un documentario naturalistico sulle migrazioni degli uccelli. Si chiamava “Il popolo migratore”. Avevo due anni e mezzo e ne sono rimasto affascinato. Da allora ho iniziato a viaggiare e divulgare informazioni su questi animali per contribuire nel mio piccolo a cambiare il mondo. Il mio obiettivo è che un giorno l’uomo torni ad essere in pieno equilibrio con la natura.

Qual è il tuo animale preferito e perché?

Il mio animale preferito è il fetonte, un uccello marino, bianco con alcune striature nere, che ho avuto la fortuna di osservare da vicino per la prima volta alle isole Seychelles. Esistono tre specie di fetonte: il codarossa, il codabianca beccorosso e il codabianca beccogiallo che ho visto proprio alle Seychelles. Lì ho raccolto del materiale per alcuni documentari da realizzare e ho pubblicato un diario di viaggio. In queste meravigliose isole si possono osservare uccelli anche da vicinissimo. Questo è dovuto al fatto che lì non hanno mai avuto paura dell’uomo, perché non viene praticata la caccia e nemmeno ci sono predatori naturali.

Chi sono i tuoi riferimenti?

Mi ispiro a molti divulgatori scientifici, in particolare al mio amico Piero Angela che ho conosciuto per la prima volta due anni fa e con cui ho fatto delle bellissime chiacchierate. Abbiamo parlato di come, per divulgare, si debba sempre avere un asso nella manica, cioè la passione, quella cosa che ti spinge a sapere le cose in maniera approfondita ma senza troppa fatica. Una volta aver ben compreso l’argomento, si spiega in maniera semplice e scientifica, in modo che tutti possano capirlo.

Come fai a conciliare tutti i tuoi impegni con la scuola?

Sono un ragazzo che non è diverso dagli altri: vado a scuola, gioco con gli amici, faccio karate e la mattina mi piace dormire. Dedico però il mio tempo libero a coltivare la mia passione. Malgrado tutto questo possa sembrare impegnativo, ho trovato il tempo di scrivere cinque libri. Nell'ultimo parlo dei dinosauri, spiegando che non erano terribili e orripilanti e che sono ancora tra di noi. E no, non sono le lucertole, ma gli uccelli!

Qual è l'esperienza che in questi anni ti ha dato più soddisfazione?

I viaggi che ho fatto, perché mi hanno aperto la mente su nuovi mondi. Viaggiare mi ha dato la possibilità di osservare tante e nuove specie di uccelli e mi ha fatto apprezzare nuove culture e conoscere tante belle persone. Infine, non potrò mai dimenticare il riconoscimento di Alfiere della Repubblica, da parte del Presidente Sergio Mattarella per meriti scientifici e divulgativi.

Le foto di Francesco Barberini appartengono al suo archivio e sono state utilizzate dietro autorizzazione da parte dei genitori.