Suppletive di Monza, intervista a Marco Cappato sulle politiche ambientali: “Basta opere che generano solo altro consumo di suolo”

Il 22 e il 23 ottobre i cittadini del collegio di Monza-Brianza sono chiamati a eleggere un parlamentare nel seggio rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Intervista a Marco Cappato sui punti ambientali del suo programma in corsa contro il candidato del Centrodestra, Adriano Galliani.
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Francesco Castagna 19 Ottobre 2023

Dopo la morte di Silvio Berlusconi il seggio del collegio di Monza-Brianza è rimasto scoperto, ciò vuol dire che i cittadini della provincia lombarda non hanno avuto un loro rappresentante al Senato per diversi mesi. Le elezioni per le suppletive di Monza si fanno sempre più vicine e al termine delle elezioni, che si terranno il 22 e il 23 ottobre, i residenti dovranno scegliere tra i due avversari dei due schieramenti: Marco Cappato per il Centrosinistra e Adriano Galliani per il Centrodestra.

Abbiamo contattato Marco Cappato, sostenuto da +Europa, Azione, Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle, per parlare dei punti del suo programma che riguardano le politiche ambientali.

Cappato, nel programma elettorale ha proposto un referendum in cui i cittadini lombardi possono decidere se continuare a finanziare la Pedemontana o meno. Cosa ne pensa di quest'opera?

A parole sono tutti d'accordo sul fatto che bisognerebbe arrestare il consumo di suolo, che bisogna spostare la mobilità da ruota a rotaia, incentivare il trasporto pubblico. Ogni volta che però bisogna prendere una decisione sui soldi grossi, quelli che contano, l'investimento è sempre su nuove autostrade, su nuovo consumo di suolo. Oggi, a causa del taglio dei fondi per il trasporto pubblico in Brianza c'è l'annuncio che aumenteranno i biglietti. Se la politica non operasse in modo schizofrenico in realtà la logica ci sarebbe, perché lavorare su quel tipo di opere (Pedemontana Ndr) fa l'interesse di pubblici e privati e delle loro clientele, mentre lavorare su modelli alternativi di mobilità e di valorizzazione dell'ambiente è nell'interesse generale, che però è meno difeso di quello particolare.

Ecco perché è così importante coinvolgere le persone nelle decisioni pubbliche. La democrazia come la conosciamo è diventata sempre più al servizio di interessi particolari.

Però lei è allo stesso tempo dell'idea che la politica dovrebbe assumere un ruolo rappresentativo, altrimenti poi si perde il senso della propria esistenza…

Non ho mai pensato infatti che la democrazia rappresentativa dovesse essere sostituita da quella diretta. La partecipazione civica deve integrare le assemblee elettive, perché se hai solo democrazia partecipativa senza la rappresentanza politica rischi di sfociare nella demagogia. Al contrario, se promuoviamo solo assemblee elettive senza la partecipazione dei cittadini il risultato è la deriva oligarchica della democrazia.

Monza, come altre province del Nord, soffre di un problema strutturale che è l'inquinamento atmosferico. Come intende procedere in merito?

Il principio generale è spostare le tasse dal lavoro al consumo delle risorse ambientali e all'inquinamento ed emissioni di CO2. Rendere più conveniente l'assunzione delle persone, incentivando quelle aziende che investono su modi di produzione e di consumo più rispettosi dell'ambiente. Questa linea dovrebbe valere per tutto il Paese.
Poi ci sono delle questioni più locali che riguardano il territorio, è chiaro che bisogna liberare del verde. Appena c'è la possibilità, ancora adesso in Brianza si costruiscono snodi di logistica, nuovi capannoni, come se il suolo non valesse nulla. Invece è la risorsa più preziosa che abbiamo.

È necessario, contro le avidità e gli interessi di breve periodo della politica locale, approvare una legge nazionale sullo stop al consumo di suolo. Naturalmente bisogna accelerare gli investimenti sulla transizione ecologica. Per non far pagare il conto ai ceti economicamente più deboli è molto importante che ciò sia fatto attraverso la leva del fisco, quindi riducendo le tasse per i lavoratori meno abbienti.

C'è un tema che è molto caldo in Lombardia e che riguarda il divieto di portare la bici sui mezzi pubblici durante le ore di punta. Come possiamo fare?

Sicuramente la soluzione è il potenziamento del trasporto pubblico. Qui il punto è, tornando al referendum su Pedemontana, non bisogna chiedere ai cittadini di scegliere tra il "sì" o il "no", ma chiedergli come vorrebbero che le risorse vengano investite. Bisogna chiedersi se è il caso di fare una nuova autostrada, o invece investire in alternative più sostenibili, come ad esempio le ciclovie previste? Se vogliono investire centinaia di migliaia di euro per fare una nuova infrastruttura che non prenderà nessuno come la Brebemi, oppure per mettere soldi veri su ciclovie, trasporto pubblico e rafforzamento delle linee ferroviarie?

In questi decenni si è andati nella direzione opposta. C'erano delle tramvie che sono state chiuse, spingendo il traffico su ruota.Il fatto che una delle province più ricche d'Italia sia anche la più cementificata e tra le più inquinate è un problema nazionale, perché stiamo seguendo un modello di sviluppo che in realtà toglie benessere. C'è una prosperità economica, ma allo stesso tempo si toglie un benessere nella qualità della vita delle persone. Questo è un problema che ci sta a cuore, perché ci fa capire come la pensa attualmente la nostra società e la nostra politica.

Negli ultimi giorni il ministro Matteo Salvini è tornato a parlare di una nuova centrale nucleare ipotetica in provincia di Milano. Lei è d'accordo?

Una centrale nucleare non sarebbe attiva prima di dieci/dodici anni, non ho capito le risposte che vogliono dare subito. Proporre una soluzione del genere, senza dire dove verrebbero messe le scorie, mi sembra soltanto un modo per respingere l'urgenza di un potenziamento degli investimenti sul risparmio energetico e le fonti alternative.

Parlando di risparmio energetico. Lei era/è favorevole al Superbonus?

Quando è stato introdotto era un momento di rischio e di collasso totale dell'economia italiana. Una misura di incentivo pesante e decisa in tempi rapidissimi era necessaria. Col senno di poi potremmo dire che alcune cose andavano fatte meglio per evitare le truffe, al posto del 110% si poteva pensare a una misura dove non ci fossero dei crediti che si passavano da una mano all'altra, con il risultato che si sono create delle bolle speculative anche sui prezzi delle materie prime. Il problema è che è durata troppo, gli effetti distorsivi sull'economia sono stati pesanti.

Come commenta la campagna elettorale del suo avversario? 

Ho visto che Galliani ha firmato il manifesto dei Pro Vita e Famiglia, che si battono contro l'aborto. Questo è il primo atto politico che ha fatto in due mesi di campagna elettorale e significa schierarsi dalla parte di chi vuole riportare il Paese indietro di 60 anni.