Isole Faroe e la mattanza di balene: la proposta dell’UE per fermare la “Grindadrap”

Nelle Isole Faroe, Danimarca, la tradizione denominata “Grindadrap” prevede l’uccisione ogni anno di centinaia esemplari tra balene pilota e delfini. Un segnale contrario arriva dal Parlamento Europeo, nella figura di Francisco Guerreiro, che vuole interrompere le importazioni ittiche con le Faroe finché non avranno eliminato questa atroce usanza.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Evelyn Novello 16 Maggio 2024

La mattanza è già stata compiuta. Ogni anno a inizio maggio nelle Isole Faroe, arcipelago tra Islanda e Norvegia ma appartenente al Regno di Danimarca, si tiene la caccia alle balene chiamata "Grindadrap" che, dalle stime dell'associazione Ocean Care, in media uccide circa 700 globicefali l'anno tra balena pilota (Globicephala melas) e delfini.

Una Proposta di Risoluzione, però, arriva dall'europarlamentare e membro della Commissione per la pesca e l'agricoltura del Parlamento Europeo Francisco Guerreiro. Il suo scopo è quello di fermare questa strage di cetacei anche a costo di bloccare i finanziamenti UE destinati alle Isole Faroe.

Nello specifico, Guerreiro, con il sostegno di diverse associazioni ambientaliste come Sea Sheperd, ha chiesto che le Isole Faroe si conformino agli standard internazionali per la caccia ai cetacei e ha proposto la riapertura dei negoziati sugli accordi commerciali tra l’UE e il governo danese. Il fine è sospendere le importazioni di prodotti ittici dalle Faroe fino a quando non cesserà di esistere la brutale e ormai desueta tradizione della Grindadrap.

La proposta prevede anche l’obbligo di specificare, sulle etichette dei prodotti ittici provenienti dalle Faroe, l'origine della merce, così da garantire ai consumatori tutte le informazioni necessarie per fare acquisti consapevoli.

Negli anni moltissime voci di dissenso si sono diffuse attorno alla Grindadrap, di cui l'Ong Sea Sheperd è in testa. Altrettanti, però, sono i sostenitori, soprattutto gli abitanti locali che vedono in questa mattanza di balene e delfini una tradizione da proteggere. Le origini di questo massacro, in effetti, sono antiche perché un tempo l'uccisione dei cetacei era utile per fornire agli isolani la carne necessaria per la sopravvivenza.

Evidente è che i tempi cambiano ma, nonostante questo, il bagno di sangue continua. Ogni anno, nel mese di maggio, delle barche accerchiano e spingono i globicefali verso riva, dove una ventina di persone armate di particolari coltelli feriscono gli animali sul midollo spinale, per ucciderli il più velocemente possibile, come richiede la pratica.

Una violenza veramente ingiustificata che, come spesso accade, viene tramandata come fosse parte integrante della cultura locale da preservare. Un segnale positivo, però, arriva dalla stessa associazione di balenieri che gestisce la Grindadrap, il Grindamannafelagið, che riunisce i cultori di questa strage. Stando a quanto dichiarato dai vertici, il gruppo conta circa mille iscritti ma solo 100 associati hanno pagato e saldato le loro quote.

La speranza è che ben presto la caccia alle balene si trasformi in un triste ricordo. A dare una mano in questo senso, le proposte di legge europee come quella di Guerreiro.

Fonte | Parlamento Europeo