Italia verso lo stato di emergenza dopo nubifragi e incendi: cosa significa

Lo hanno chiesto diverse regioni tra cui Lombardia, Veneto e Sicilia in seguito agli eventi estremi degli ultimi giorni e in particolare di martedì 25 luglio. Ma cosa significa questa situazione eccezionale e quali misure comporta? Proviamo a capire meglio.
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Giulia Dallagiovanna 26 Luglio 2023

Il Consiglio dei ministri deciderà oggi se dichiarare lo stato d'emergenza a seguito di tutti gli eventi estremi che hanno colpito l'Italia negli ultimi giorni, in particolare i nubifragi in Lombardia e gli incendi in Sicilia. Potrebbe inoltre varare un provvedimento che istituisce una Cassa integrazione legata specificatamente al clima. E intanto si contano i danni. Sono cinque i morti collegati alle calamità di questi giorni, tra cui una ragazzina di 16 anni che stava trascorrendo le vacanze in un campo scout in Valcamonica, provincia di Brescia, ed è rimasta schiacciata sotto il peso di un albero che si è abbattuto sulla sua tenda. Tre persone invece sono rimaste coinvolte nei diversi incendi divampati ieri a Palermo. La Lombardia ha anche avanzato una prima ipotesi di danni economici arrecati dal maltempo: per il presidente Attilio Fontana potrebbe superare i 100 milioni di euro. Ecco perché il governo il governo sta valutando lo stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale: ma cosa significa e cosa comporta questa situazione eccezionale?

"Dobbiamo tentare di salvare il salvabile. C'è una coincidenza di elementi che rende la situazione molto complessa – ha dichiarato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in riferimento a quando è accaduto ieri. – È una delle giornate più difficile dal punto di vista climatico degli ultimi anni. In Sicilia lo scirocco non consente ai velivoli di alzarsi in volo per lo spegnimento degli incendi. Tutto quello che si poteva fare con vigili del fuoco, corpo forestale, protezione civile, è stato fatto. La forza della natura tende a sopraffare quella dell'uomo".

"È una delle giornate più difficile dal punto di vista climatico degli ultimi anni" ha detto il ministro Musumeci in riferimento agli eventi del 25 luglio

Insomma, non solo dobbiamo riconoscere che c'è una crisi climatica in corso, ma anche che forse ci toccherà davvero mettere l'ambiente al di sopra dell'uomo, nonostante i precedenti proclami dei partiti di maggioranza. In caso contrario, verrà a presentarci il conto come sta facendo in questi giorni. A seguito dei diversi nubifragi, trombe d'aria e incendi che hanno colpito il proprio territorio, Lombardia, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno chiesto uno stato d'emergenza che probabilmente finirà per riguardare l'intero Paese. Cosa dobbiamo aspettarci?

Prima di tutto devi sapere che lo stato d'emergenza è previsto dalla legge 225/1992 che istituisce il Servizio nazionale della protezione civile. Può essere proclamato in caso di calamità naturali o eventi connessi all'attività dell'uomo, anche da un punto di vista ambientale o sanitario. Nella maggior parte dei casi viene istituito appunto a seguito di alluvioni, terremoti e altri disastri naturali.

Lo delibera il Consiglio dei ministri su proposta del premier, di un ministro col portafoglio o del presidente di una regione interessata dal problema. Lo scopo è principalmente quello di alleggerire l'iter istituzionale e burocratico per l'entrata in vigore di decreti legge mirati a risolvere o a rispondere alla situazione di emergenza. Possono inoltre essere stanziati dei fondi straordinari per far fronte ai danni provocati o alle esigenze contingenti. Infine, questo regime eccezionale permette anche di imporre, qualora fossero necessarie, delle restrizioni alle libertà personali allo scopo di preservare la sicurezza e la salute della popolazione.

La durata massima dello stato d'emergenza è di 12 mesi, prorogabile per altri 12, arrivando quindi a un totale di due anni. In ogni caso, la fine dei provvendimenti avviene solo in seguito a un'ordinanza che decreta la fine di questo stato.

In futuro potremmo assistere sempre più di frequente a emergenze legate a eventi estremi. Mentre i governi sembrano ignorare la crisi climatica, infatti, le sue conseguenze diventano sempre più evidenti e ormai ci vengono a bussare alla porta. L'unica vera soluzione, come spesso ripetiamo, è la riduzione delle emissioni e l'abbandono dei combustibili fossili.