‘Jova Beach Party’, polemiche anche quest’anno sui concerti in spiaggia di Jovanotti. Ecco perché l’evento è sotto accusa

Anche quest’anno è scoppiata la polemica sui ‘Jova Beach Party’ di Jovanotti, tour di concerti sui litorali italiani accusato da più parti di avere impatto negativo sull’ambiente. L’artista toscano si difende e ricorda il suo impegno per l’ambiente, ma numerose associazioni mettono nel mirino l’iniziativa.
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Michele Mastandrea 8 Luglio 2022

Lorenzo Cherubini, meglio conosciuto come ‘Jovanotti‘, torna sotto i riflettori. Questa volta però non per una sua canzone, ma per le polemiche legate al ‘Jova Beach Party‘. Parliamo, come credo saprai, della festa itinerante sulle spiagge italiane, amatissima dal pubblico di Jovanotti ma già in passato criticata per il suo impatto ambientale.

Eventi di questo tipo, potrai ben immaginare, hanno ricadute potenzialmente molto pesanti sulle location che li ospitano. E se Jovanotti, promotore dell'evento, difende ovviamente le sue modalità organizzative, non manca chi ne segnala i problemi.

Le critiche al maxi-evento

Il ‘Jova Beach Party' è sotto osservazione già dal 2019, quando si tenne la sua prima edizione. Nel mirino dei critici c'erano soprattutto le possibili conseguenze per l'ambiente. Taglio di alberi, abbattimento o livellamento di dune, disturbo arrecato a tartarughe o uccelli che nidificano nelle aree interessate. Jovanotti arrivò ad annullare una data del tour, a Ladispoli, per le conseguenze possibili sul periodo di nidificazione del fratino, uccello tra i più soggetti al rischio estinzione nel nostro Paese.

Il dibattito si è riaperto nei giorni appena trascorsi. Lo scorso weekend circa 60mila persone hanno infatti partecipato, a Lignano Sabbiadoro, alle prime due tappe del tour 2022, che prevede 21 live sul litorale italiano. Come puoi immaginare, a differenza del concerto in uno stadio o in un locale, il tutto avviene all'aria aperta, in uno spazio non facilmente recintabile, con conseguenze ad esempio sulla gestione dei rifiuti. Per non pensare all'impatto del movimento delle persone in ambienti delicati come i litorali, al trasporto delle attrezzature tecniche, all'inquinamento acustico per quanto riguarda la fauna locale.

Il caso di Ravenna

Le prossime tappe, in programma stasera e domani a Marina di Ravenna, sono già state tormentate da problemi. Per motivi logistici sarebbe stato infatti abbattuto un filare di 65 metri di tamerici, fatto poi confermato dalla stessa amministrazione di Ravenna. Questa ha però poi giustificato la sua decisione affermando che le piante sarebbero alloctone (non dunque legate all'habitat della zona) e che verranno piantumate nuovamente in futuro.

Fatto però poi smentito dalla sezione ravennate di Italia Nostra, che si occupa della tutela del patrimonio storico, artistico e culturale del Paese, per cui le tamerici in realtà non erano davvero alloctone. Inoltre, la loro rimozione sarebbe avvenuta in periodo di nidificazione. Ma le associazioni ambientaliste o per la tutela del paesaggio non sono le uniche a mettere sotto accusa il ‘Jova Beach Party'.

"Intollerabile che un evento musicale produca danni all'ambiente", denuncia il Codacons, per cui gli eventi metterebbero a rischio l'habitat naturale delle location interessate. Per l'associazione dei consumatori, la responsabilità è in capo alle amministrazioni comunali "che forniscono permessi e autorizzazioni ai concerti, e che devono vigilare su come si come si svolgono tali eventi e prevenire abusi e danni all'ambiente".

Ma anche la giornalista Rai Sabrina Giannini ha attaccato Jovanotti, chiedendo che il tour venga bloccato. Nel mirino della Giannini ci sono oltre alle questioni ambientali anche alcune sponsorizzazioni all'evento, come quella della Fileni, "tra i maggiori allevatori intensivi di polli".

La difesa di Jovanotti

Non tutte le associazioni ambientaliste criticano però lo show. Ad esempio il Wwf è partner dell'iniziativa ‘Ri-Party-Amo‘, che vede tra gli altri promotori anche istituzioni finanziarie come Intesa San Paolo. Si tratta di un'opera di ripulitura di 20 milioni di metri quadri di spiagge, fiumi e laghi, finanziata già da 3 milioni di euro raccolti tramite crowfunding.

Il progetto è stato definito da Jovanotti "il più grande progetto di recupero e ripristino di aree ecologiche problematiche mai fatto in Italia nella storia". L'impressione però è che le polemiche siano solo all'inizio e che il tour possa essere continuamente minato da polemiche sulla sua effettiva sostenibilità.