La Cambogia dice addio ai tour turistici sul dorso degli elefanti

Maltrattati e addomesticati in malo modo solo per trasportare i turisti stranieri nell’area archeologica dei templi di Angkor, oggi finalmente gli elefanti della Cambogia possono tornare a respirare aria di libertà. Le autorità locali, infatti, ne hanno bandito l’impiego a scopi turistici a partire dal 2020.
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Gaia Cortese 19 Novembre 2019

Occorrerà inventarsi un altro modo (magari a piedi) per visitare i templi di Angkor, la meta turistica più rinomata di tutta la Cambogia. Di sicuro qualsiasi visita non sarà sul dorso di un elefante, perché dall’inizio del prossimo anno i tour con questi animali saranno messi al bando.

Nel nord di Siem Reap, l’area archeologica di Angkor attira ogni anno sempre più turisti, basti pensare che solo nel 2018 se ne sono contati oltre 6 milioni. Di questi, molti decidono di visitare gli antichi templi sul dorso degli elefanti, senza pensare a quanto sia crudele questa pratica, purtroppo popolare.

Le autorità locali hanno tuttavia deciso di porre fine a questi tour in elefante e quasi un terzo degli animali sono già stati trasferiti in una foresta che dista circa 40 chilometri dai templi, in modo da permettere loro di vivere secondo natura.

“I tour in elefante finiranno all'inizio del 2020 – ha dichiarato Long Kosal, portavoce dell'Autorità di Apsara, che gestisce l’area dei templi -. L'uso degli elefanti per affari non è più appropriato".

Molti degli animali utilizzati per trasportare i turisti erano ormai vecchi e spesso, come denunciato dal tour operator Intrepid Travel, venivano maltrattati e torturati per essere addomesticati e "a prova" di turista. Nel 2016, una femmina di elefante era improvvisamente crollata sul ciglio della strada, dopo aver trasportato dei turisti nel complesso del tempio di Angkor con un clima molto caldo. Tant’è che lo stesso tour operator aveva iniziato a non proporre più gite di questo tipo.

La Cambogia è stata a lungo nel mirino di diversi gruppi che lottano per i diritti degli animali proprio per queste passeggiate sugli elefanti offerte ai turisti, così comuni anche in altri stati come la Thailandia, il Vietnam e il Laos. Nella decisione di bandire questa pratica, infatti, è stata fondamentale anche la posizione di PETA Asia che ha denunciato come dei soli 45mila elefanti asiatici rimasti al mondo, dai 3 ai 4mila siano trattenuti in Thailandia per essere venduti per vari scopi, tra cui il turismo.

Fonte | AFP