La Cina costruisce un allevamento intensivo in due palazzi da 26 piani ciascuno: e i rischi ambientali e sanitari?

A 80km da Wuhan sorgerà un complesso gigantesco, fatto di due palazzi delle dimensioni di 400mila metri quadrati l’uno. Al loro interno saranno allevati più di 650mila animali, per una capacità produttiva annua superiore a 1,2 milioni di suini.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Novembre 2022

Gigantesco. Così sarà il prossimo allevamento di maiali che sorgerà in Cina. Tra i palazzi e i grattacieli abitati sorgeranno due edifici di 26 piani, ciascuno delle dimensioni di 400mila metri quadrati.

Al loro interno saranno allevati più di 650mila animali. I primi 2 piani di ciascun edificio saranno adibiti alla fornitura di mangime mentre l’allevamento vero e proprio partirà dal terzo in su.

Qui troveranno posto mille scrofe per piano e una volta completato, il complesso avrà una capacità produttiva incredibile, superiore a 1,2 milioni di suini pronti per il macello ogni anno.

Avrai capito insomma che quando sarà completata, la struttura che sta lentamente prendendo forma a Ezhou, 80 km a sud est di Wuhan, diventerà il più grande allevamento di suini al mondo.

L’idea di un mega allevamento intensivo per rispondere alla carenza di carne nel paese spaventa. Come ha raccontato il The Guardian, l’azienda finanziatrice del progetto, per rendere la struttura il più sostenibile e sicura possibile, sta puntando su un modello di produzione circolare basato su sistemi di fermentazione anaerobica ad alta temperatura dei rifiuti, capace di produrre oltre 120mila metri cubi di biogas al giorno dal letame. Che verrebbe poi utilizzato a sua volta nella produzione di vapore per generare elettricità.

In questo modo, ha spiegato il quotidiano inglese, i maiali resterebbero al caldo, con acqua calda e si rispetterebbe l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio. “Rispetto ai metodi di allevamento tradizionali, gli allevamenti di suini a molti piani sono più intelligenti, con un alto livello di automazione e biosicurezza. Allo stesso tempo, ha il vantaggio di salvare le risorse del territorio” ha spiegato Zhu Zengyong, professore presso l'Istituto di scienze animali dell'Accademia cinese delle scienze agricole.

Se da un punto si vista ambientale le criticità potrebbero, forse (anche se ci crediamo poco), essere mitigate, è chiaro però che dubbi e paure restano specialmente sul fronte sanitario. Il timore di molti altri esperti infatti è che allevamenti intensivi su larga scala aumentino – non di poco – il rischio di focolai di malattie. Più aumentano gli animali concentrati in uno spazio chiuso, più si alza il rischio di diffusione e amplificazione di agenti patogeni infettivi.

“Le strutture intensive possono ridurre le interazioni tra animali domestici e selvatici e le loro malattie, ma se una malattia entra all'interno può scoppiare tra gli animali come un incendio, ha infatti spiegato al Guardian Matthew Hayek, assistente professore di studi ambientali presso la New York University.

Un allevamento intensivo inserito in due grattacieli di 26 piani forse – forse – non è una mossa giusta.