
Le emissioni di gas serra, ormai lo sappiamo tutti, sono il principale responsabile della crisi climatica in corso, della quale il maggior responsabile è l'uomo. Un nuovo studio del sito Carbon Brief ha calcolato la quantità di anidride carbonica rilasciata nell'atmosfera dall'uomo dai tempi della rivoluzione industriale: negli ultimi 170 anni, l'uomo ha generato 2.500 miliardi di tonnellate di CO2, causando un aumento di temperatura, fino a questo momento, di 1,2 gradi rispetto al periodo preindustriale.
La novità di questa indagine sta nel fatto che, per la prima volta, non ci si è limitati a calcolare le emissioni generate dalle attività che consumano combustibili fossili, ma sono stati presi in considerazione anche altri fattori di emissione, come la distruzione delle foreste e la cementificazione.
La quantità esagerata di CO2 emessa dall'uomo è la prima responsabile di questa innaturale crescita della temperatura. Secondo Carbon Brief, dal 1850 a oggi abbiamo utilizzato l’86% del budget di gas serra che garantisce il 50% di probabilità di contenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi, come previsto dagli Accordi di Parigi del 2015. Questo significa sostanzialmente che o le emissioni crolleranno drasticamente a partire da subito, o la crescita della temperatura supererà le soglie di sicurezza, con tutte le conseguenze devastanti per gli ecosistemi e la vita sulla Terra.
Carbon Brief ha inoltre calcolato quali sono i paesi principali responsabili della crisi climatica, riflettendo su come probabilmente questi dovrebbero prendersi maggiori responsabilità storica sulle emissioni generate, e quindi essere in prima linea nella lotta all'emergenza. Dal 1850 a oggi, gli Stati Uniti hanno rilasciato nell'atmosfera il 20% circa del totale della CO2, seguiti dalla Cina (11%) e dalla Russia (7%). Chiudono la top five Brasile e Indonesia. La prima nazione europea in questa classifica tutt'altro che lusinghiera è la Germania, al sesto posto. Come si vede dalla progressione qui sotto, la Gran Bretagna è stata sul podio dei principali inquinatori fino all'inizio degli anni '70, mentre oggi è ottava.