La crisi climatica causerà il doppio dei danni all’economia rispetto al Covid-19

Secondo un report di Swiss Re Institute e Oxfam, i paesi del G7 subiranno una contrazione annua dell’8,5 per cento del Pil se continueranno con le politiche climatiche e ambientali attualmente in atto.
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Gianluca Cedolin 17 Giugno 2021

Immaginate di vivere ogni anno una crisi economica doppiamente grave rispetto a quella sperimentata con la pandemia. Le conseguenze a livello sociale sarebbero gravissime, e purtroppo non si tratta di un'ipotesi pessimistica sul futuro, ma di uno scenario che potrebbe diventare reale, se le istituzioni non si affretteranno a combattere la crisi climatica e ambientale. Almeno questo ha detto un rapporto realizzato in collaborazione dalla compagnia di assicurazioni e prevenzioni dei rischi Swiss Re Institute e dall'Oxfam, confederazione di organizzazioni no profit che da anni lotta per arginare la povertà globale.

Lo studio ha tenuto conto delle previsioni sugli impatti diretti della crisi climatica, considerando gli eventi estremi come alluvioni e siccità, ma anche gli effetti sulla produttività dell'agricoltura e sulla salute psicofisica delle persone. Secondo le previsioni, se le principali potenze globali falliranno nella lotta alle emissioni e al riscaldamento globale, le loro economie subiranno ogni anno una contrazione doppia rispetto a quella della crisi legata al Covid-19.

Le potenze del G7 (tra cui c'è anche l'Italia) perderanno circa l'8,5 per cento del Pil ogni anno nei prossimi trent'anni se la temperatura media globale dovesse crescere di 2.6 gradi rispetto all'era preindustriale, lo scenario più probabile, se si considerano le attuali politiche climatiche. Con il Covid-19, le economie di queste sette nazioni hanno subito di media un calo del 4,2 per cento.

Per questo, è fondamentale che nella prossima Cop di Glasgow sul clima tutti gli stati e le istituzioni nazionali e mondiali prendano impegni concreti e tangibili sulla lotta alle emissioni e alla crisi climatica. Bisogna accelerare per rispettare gli accordi di Parigi, che prevedono di contenere l'aumento di temperatura sotto i 2 gradi (meglio ancora sotto il grado e mezzo), altrimenti alla crisi ambientale si sommerà una devastante crisi economica e sociale.