La crisi del Mar Rosso peggiora le emissioni delle rotte marittime: quanto inquinano le navi mercantili

Grandi flussi commerciali vengono variati dal conflitto a Gaza. Le navi mercantili, che già inquinano molto, dovranno fare percorsi ancora più lunghi, con le conseguenze ambientali che ne derivano.
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Francesco Castagna 11 Gennaio 2024

Da dove arriva la maggior parte delle materie prime o dei carburanti che utilizziamo tutti i giorni? Spesso la nostra vita quotidiana è fatta di beni di consumo  che provengono da luoghi molto lontani: materie prime, gas naturale liquefatto, carburante per navi e aerei, diesel, petrolio, ma anche prodotti alimentari come grano, riso e altri generi di ogni tipo. Tutto ciò viene trasportato via mare, se prima esistevano delle intere flotte che trasportavano i minerali preziosi, le spezie, i beni alimentari e gli animali (si pensi alla Compagnia delle Indie, che aveva addirittura assoldato un esercito per difendersi dalle incursioni dei pirati), ora il trasporto marittimo commerciale a livello globale è gestito da alcune compagnie, che sono sotto il controllo di alleanze tra Stati (si pensi all'intesa tra Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti).

Le merci vengono trasportate sulle navi portacontainer, delle imbarcazioni enormi che riescono a trasportare tra i dodicimila e i ventiquattromila di materiale. La rotta commerciale principale è sempre stata quella che parte dallo Stretto di Malacca, nell'Oceano Indiano, per passare dallo Stretto di Bab al-Mandab, il Canale di Suez, quello del Bosforo e, in ultimo, lo Stretto di Gibilterra.

Le emissioni di CO2 delle navi mercantili rappresentano all'incirca il 2,5% delle emissioni globali totali

Le cose sono cambiate con lo scoppio della guerra israeliana in Palestina. I ribelli Houthi, ovvero un'organizzazione politica e militare islamista sciita emersa in Yemen negli anni Novanta, hanno cominciato a lanciare missili verso Israele e ad attaccare navi a largo delle coste yemenite in Mar Rosso. In solidarietà con i palestinesi gazei, i ribelli Houthi cercano in qualche modo di fare pressioni per far entrare gli aiuti umanitari a Gaza.

L'impatto ambientale della nuova rotta delle navi mercantili

Così la rotta delle navi mercantili è cambiata: ora, proprio come aveva fatto Magellano, le navi sono costrette a cambiare rotta e a circumnavigare l'Africa, passando per Capo di Buona speranza fino ad arrivare per Gibilterra. Si tratta di una rotta estremamente più lunga, sia per kilometri che per tempistica, il che richiede un impiego maggiore di carburante. Ne derivano ritardi nelle consegne e costi per i prodotti finali di gran lunga maggiori rispetto a quelli che paghiamo ora, già aumentati a causa dell'invasione della Russia in Ucraina. Soprattutto, la nuova rotta impatta sull'ambiente secondo i dati diffusi da una ricerca dell'ONG europea Transport&Environment: le ciminiere di una flotta privata commerciale emettono dieci volte più ossidi di zolfo dell'intero parco auto europeo. Di fatto, le stime dimostrano come le emissioni di CO2 delle navi mercantili rappresentino all'incirca il 2,5% delle emissioni globali totali.