La deforestazione rallenta ma non si ferma: secondo la FAO in 30 anni una riduzione di 178 milioni di ettari

Dai dati del report FRA 2020, le attività di deforestazione negli ultimi 30 anni hanno diminuito il proprio ritmo: rispetto ai quasi 8 milioni di ettari l’anno del ’90 siamo passati oggi a poco meno di 5 milioni. In Europa abbiamo aumentato le aree forestali con un tasso, tuttavia, notevolmente più basso rispetto al periodo 2000-2010. Il rallentamento registrato dalla FAO, però, è relativamente positivo perché il processo, purtroppo, non sembra volersi arrestare.
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Kevin Ben Alì Zinati 11 Maggio 2020

Come stanno le foreste della Terra? Quella che arriva dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l’agricoltura è una piccola buona notizia che, tuttavia, non può bastare: la deforestazione sta rallentando il proprio ritmo, è vero, ma non si sta affatto fermando. È la fotografia della FAO contenuta nel FRA 2020, il report quinquennale sullo stato delle risorse forestali mondiali: rispetto agli ultimi 5 anni, gli ettari riconvertiti per altri usi sono passati da 12 a 10 milioni mentre le zone con la perdita forestale peggiore sono l’Africa e il Sud America. Il nostro pianeta ospita oggi più di 4 miliardi di ettari di foreste, che rappresentano il 31% della superficie totale, quasi un terzo. In attesa dei dati sui singoli paesi, pensa che l’Europa ha uno dei tassi di incremento delle aree forestali in questi dieci anni più alti al mondo, peccato però che siano tassi notevolmente più bassi rispetto al periodo 2000-2010.

Lo sguardo a 360 gradi

Considerando la perdita e la ripiantumazione di alberi, dal 1990 la superficie forestale mondiale si è ridotta di 178 milioni di ettari di foreste, un’area che secondo la Fao corrisponde alle dimensioni della Libia. Dando uno sguardo agli ultimi 30 anni, la piccola buona notizia nasce dal fatto che la deforestazione ha visto una diminuzione. Se nel decennio 1990-2000 perdevamo 7,8 milioni di ettari di foreste e boschi all’anno, nella successiva decade siamo passati a poco più di 5 milioni per arrivare, tra il 2010 e quest’anno, a quota 4,7 milioni. Secondo la FAO, il tasso di perdita netta sarebbe diminuito a causa di una generale riduzione della deforestazione in alcuni paesi e di un aumento delle azioni di rimboschimento e dell'espansione naturale delle foreste.

I record negativi

Tra il 2010 e il 2020, l'Africa è il continente dove è stato registrato il tasso annuale di perdita netta di foreste più alto. Dal report della FAO emerge che sono stati riconvertiti ad altri usi ben 3,9 milioni di ettari. Purtroppo, un trend in costante crescita. A cavallo tra i due decenni precedenti, si è passati da 3,3 milioni a fine 2000 a 3,4 milioni di ettari riconvertiti per altri scopi nel 2000-2010. Il secondo gradino dell’infausto podio è occupato invece dal Sud America che negli ultimi 10 anni ha perso “solo” 2,6 milioni di ettari di verde. Se vuoi provare a trovare un lato relativamente positivo, posso dirti che si tratta di un miglioramento visto che nel decennio 2000–2010 il tasso di perdita netto si aggirava sui 5,2 milioni di ettari, quasi il doppio.

Un equilibrio precario

Anche se sono da incorniciare all’interno di una situazione per niente rosea, ci sono dei dati che quantomeno aprono prospettive importanti. L’Asia, per esempio, è il continente che ha registrato il più alto guadagno netto in termini di area forestale (1,2 milioni di ettari) tra il 2010 e il 2020, seguita da Oceania (0,4 milioni) ed Europa (0,3 milioni). Come ti accennavo all’inizio, tuttavia, è un dato amaramente positivo: sia l'Europa che l’Asia, infatti, hanno sì aumentato boschi e foreste ma l’incremento è notevolmente più basso rispetto a quello registrato tra il 2000 e il 2010 quando, a livello europeo per esempio, il rialzo era stato di oltre un milioni di ettari.

In Africa il trend negativo è in costante crescita: dai 3,3 milioni di ettari di foresti riconvertiti ad altri usi siamo passati a 3,9 milioni.

Incoraggiante, inoltre, anche il dato secondo cui dal ’90 ad oggi, l’area forestale nelle aree protette è aumentata di 191 milioni di ettari e che il 18% delle foreste mondiali si trova in aree protette.

Considera, poi, che Il 93% dell'area forestale in tutto il mondo, quindi circa 3,75 miliardi di ettari, è composto da foreste a rigenerazione naturale mentre il 7% è invece piantato dall’uomo. Ecco, dal 1990 ad oggi l'area delle foreste a rigenerazione naturale è diminuita mentre quella piantata è aumentata di 123 milioni di ettari. Positivo? Dipende, perché il tasso di aumento dell'area delle foreste piantate è rallentato negli ultimi dieci anni.