La dieta degli uomini causa il 40% di emissioni in più rispetto a quella delle donne

È perché mangiano di più, certo, ma anche perché mangiano più carne e prodotti di origine animale. Ridurre il consumo di carne, oltre a far bene all’ambiente e alla salute, ci permetterebbe di risparmiare.
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Gianluca Cedolin 24 Novembre 2021

Alla recente Cop26 di Glasgow se n'è parlato molto poco, ma la produzione di cibo è responsabile, secondo alcune stime, del 30% delle emissioni globali, con il settore della carne che da solo contribuisce al 14% dei gas serra prodotti nel mondo. È fondamentale, quindi, un ripensamento dei sistemi di produzione (bloccando innanzitutto gli allevamenti e le colture intensive) e una revisione delle abitudini alimentari personali, a cominciare dalla riduzione dei prodotti animali e in particolare della carne rossa.

In questo senso, il quotidiano britannico The Guardian ha esaminato due recenti studi pubblicati su Plos one e su The Lancet planetary health per riflettere su due aspetti interessanti. Il primo riguarda il differente impatto ambientale che hanno le diete degli uomini e delle donne. Secondo la ricerca, la dieta degli uomini è responsabile del 40% in più delle emissioni rispetto alle donne. Le ipotesi dei ricercatori sulle ragioni di questo squilibrio da un lato considerano il fatto che gli uomini mangiano di più, dall'altro anche la maggior presenza di carne e alcol nella loro alimentazione.

Lo studio infatti, analizzando 3.200 diversi cibi e la dieta di 212 persone britanniche, ha scoperto che i prodotti animali sono responsabili del 50% delle emissioni di una dieta media (31% la carne e 14 % i latticini), mentre le bevande alcoliche impattano per il 15% e i dolci per l'8 per cento. Non solo riducendo i prodotti animali, ma anche diminuendo il consumo di alcol e dolci, quindi, possiamo abbassare il nostro impatto ambientale.

Il secondo studio ha rivelato che, nei paesi occidentali, le diete vegetariane e vegane sono più economiche di circa un terzo rispetto a quelle che includono carne e prodotti animali, le quali contemporaneamente creano il 59% delle emissioni in più. Nello specifico, utilizzando i prezzi stabiliti dalla World Bank, le diete vegane si sono rivelate le meno costose, con una riduzione dei costi del 21-34% rispetto a quelle tradizionali. Ma anche una dieta flexatariana, che riduce il consumo di carne senza eliminarlo e aumenta quello di prodotti vegetali, può farci risparmiare il 14% della spesa. Non sempre è vero quindi il luogo comune che mangiare sano costa di più.