I popoli della foresta amazzonica sembrano non avere pace. Non è bastata la decisione del Presidente del Brasile Lula di demarcare nove territori appartenenti alle popolazioni indigene, non è servita nemmeno la decisione della Corte Federale del Brasile, che ha stabilito che le terre dove risiedono agli indigeni non sono soggette al Marco Temporal. Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, ha portato alla luce di recente la storia del popolo dei Kawahiva.
Questa popolazione non ha mai avuto contatti con il mondo esterno, tanto che l'associazione li definisce "incotattati". Così si chiamano i popoli che non hanno contatti con la civiltà che noi, invece, viviamo tutti i giorni. "Le terre di questo popolo non sono ancora state pienamente protette – e si ritrovano accerchiate da trafficanti di legname e accaparratori di terra", segnala Survival International. Ma cosa significa? Che la demarcazione di questi territori sta procedendo a ritmi molto lenti, e intanto le aziende che lavorano il legno -consapevoli di non avere ancora troppo tempo a disposizione- si stanno sbrigando per deforestare il più possibile questa parte di foresta.
Come riporta Survival International, in passato i Kawahiva hanno subito diversi massacri; oggi i sopravvissuti vivono in fuga per sfuggire agli invasori e cercano rifugio in ciò che resta della foresta. "Se la loro terra non sarà completamente protetta, potrebbero essere sterminati", avvertono.
Nel 2018, grazie all'aiuto proprio dell'associazione, tutti gli allevatori di bestiame e i trafficanti di legname che avevano occupato il territorio dei Kawahiva sono stati sfrattati. Da quel momento in poi però, il processo di protezione territoriale si è fermato. Ora il FUNAI ha 60 giorni di tempo per "finalizzare un piano per la demarcazione definitiva del territorio".
"Per i nostri parenti incontattati è cruciale che si concluda la demarcazione" ha dichiarato Eliane Xunakalo, dell’organizzazione indigena FEPOIMT (Federazione dei popoli e delle organizzazioni indigene del Mato Grosso). “Il territorio dei Kawahiva del Rio Pardo è nelle mire degli esterni, ed è anche estremamente pericoloso per i funzionari del FUNAI che lavorano nell’avamposto di protezione lì vicino. Potremo garantire la sopravvivenza dei nostri parenti incontattati solo se il territorio sarà demarcato. Sta a noi proteggere i nostri parenti e il loro stile di vita, perché, in mezzo a tutte le minacce e sfide che esistono qui nel Mato Grosso, loro sono la resistenza e la resilienza".