Al largo dell’Australia nord-orientale, le aree centrali e settentrionali della Grande barriera corallina hanno raggiunto livelli record per copertura di coralli.
A dare la buona notizia è l’Australian Institute of Marine Science (AIMS) che ha minorato la grande barriera negli ultimi 36 anni. Lo scorso 4 agosto l’AIMS ha pubblicato l’annuale Summary Report in Coral Reef Condition for 2021/2022, evidenziando una crescente presenza di coralli sulla barriera.
Il report mette l’accento sull’aumento della presenza di coralli nella porzione settentrionale della barriera, che oggi raggiunge una copertura del 36 per cento , quando nel 2017 raggiungeva solo il 13 per cento. Allo stesso modo anche la porzione centrale ha segnato un altro record, ossia una copertura del 33 per cento, rispetto a quelle del 14 per cento del 2019. Solo nella regione meridionale la copertura corallina è scesa di qualche punto, passando dal 38 al 34 per cento.
La Grande barriera corallina è minacciata principalmente dagli effetti sull'ambiente del riscaldamento globale. L'aumento delle temperature degli oceani porta allo sbiancamento dei coralli, un fenomeno che si verifica nel momento in cui viene a mancare la simbiosi tra i polipi del corallo e alcune alghe unicellulari fotosintetizzanti (zooxanthellae). In pratica i coralli sopravvivono nelle acque tropicali in quanto utilizzano le sostanze nutritive prodotte attraverso il processo di fotosintesi dalle cellule di zooxanthellae che a loro volta trovano rifugio e nutrimento all’interno delle cellule dei polipi dei coralli.
Nonostante queste condizioni svantaggiose per la sopravvivenza dei coralli, i ricercatori confermano un processo di ripopolamento della Grande barriera corallina, che sembra dovuto a particolari coralli (madrepore del genere Acropora) che crescono molto velocemente. Questo aspetto renderebbe le aspettative di vita della barriera più rosee se non fosse che questi coralli sono più sensibili di altri agli effetti delle ondate di calore e degli eventi meteorologici estremi. Ecco perché non solo non è possibile abbassare la guardia, ma è necessario continuare a tenere monitorate le condizioni della barriere coralline.