
Non si avevano sue notizie nel territorio del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise da oltre 40 anni. Poi, nell’estate del 2018, alcuni segnali hanno lasciato intuire che la lontra fosse tornata, anche solo temporaneamente, nella zona a monte della diga di Barrea (L’Aquila). Questo sospetto ha riacceso le speranze, dando l’input per l’avvio di un nuovo censimento per capire se effettivamente l’animale fosse tornato ad abitare il parco.
E così, in effetti, sembra essere stato. Un team di esperti dell’Università del Molise coordinati da Anna Loy ha trascorso il 2019 a esplorare la zona del fiume Sangro, effettuare azioni di fototrappolaggio e testare una nuova tecnica di monitoraggio genetico in cui si analizzano campioni di sentimenti e acqua del fiume e dei canali circostanti.
Alla fine, la buona notizia. Tutte queste approfondite e costanti analisi hanno confermato le speranze. In Abruzzo, la lontra è tornata per restare. O almeno così pare. Si tratta di un ottimo segno, sia per il ripopolamento della zona della sua specie sia perché la presenza della lontra lungo il Sangro è indice di buono stato di salute ambientale del corso d’acqua, dei suoi affluenti e del territorio circostante.