Sono annunci che potrebbero, in un primo momento, funzionare come un deterrente contro l'impegno dei singoli e delle istituzioni per contrastare la crisi climatica, eppure la NASA ci sbatte una grande verità in faccia, mentre la Terra ci presenta il conto. Le nostre azioni nel corso degli ultimi 70 anni hanno talmente modificato l'atmosfera del Pianeta, che ormai stiamo toccando passo dopo passo dei punti di non ritorno. Non è soltanto il caso della rottura dei limiti planetari, ma davanti a un'estate così calda (e adesso arriva anche la conferma della NASA, che ha annunciato il 14 settembre che quella del 2023 sia stata la più rovente da quando si registrano i dati) risulta difficile pensare che l'essere umano non abbia responsabilità.
A dimostrarlo sono i dati basati su analisi e serie storiche, nessun ragionamento teorico dunque. Ora l'agenzia governativa spaziale e aerospaziale statunitense ci dice senza filtri ciò che in realtà sapevamo da tempo: la metà dei ghiacciai scomparirà anche con un aumento della temperatura di 1,5°C. Siamo perduti quindi? Assolutamente no, nel tempo in cui la scienza capirà quali siano i metodi migliori per proteggere lo stato attuale dei ghiacciai, dobbiamo impegnarci maggiormente per non peggiorare la situazione. Non un deterrente, ma un incentivo a fare di più.
In uno studio commissionato dalla NASA e condotto da David Rounce, professore alla Carnegie University, i ricercatori hanno scoperto che il ghiacciaio Imja-Lhotse Shar, nell'Himalaya, si ritirava rapidamente e il lago alla sua base cresceva sempre di più.
"Indipendentemente dall'aumento della temperatura, i ghiacciai subiranno molte perdite. È inevitabile", ha spiegato Rounce
"Abbiamo previsto che la metà dei ghiacciai esaminati con dati in situ perderà il 50% del proprio volume entro il 2039, rispetto al 2020, indipendentemente dallo scenario climatico", spiegano i ricercatori nelle conclusioni della ricerca. E aggiungono che gli scenari potrebbero peggiorare sia in base alle nostre azioni che a causa del deflusso dei ghiacciai. Le conseguenze le conosciamo ormai da tempo, ma la scomparsa della metà dei ghiacciai provocherebbe un innalzamento del livello del mare di almeno 7 centimetri, il che porterebbe alla scomparsa di numerosi posti nel mondo.
A ciò si aggiungono i calcoli NASA sui picchi di temperatura, attraverso cui l'agenzia ha scoperto che il 2023 è stato l'anno con l'estate più calda mai registrata. Per fare in modo che la Terra risponda alle nostre azioni dobbiamo farle capire che non siamo soltanto intelligenti, ma che ci applichiamo anche.