La neve artificiale potrà salvare l’Antartide dallo scioglimento?

Spoiler: la risposta è no. Per ora. Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo in evidenza che per poter tamponare la situazione drammatica dello scioglimento dell’Antartide occidentale e il conseguente innalzamento globale del livello dei mari ci vorrebbe un piano geoingegneristico senza precedenti, al momento irrealizzabile.
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Federico Turrisi 8 Agosto 2019

Sparare milioni, anzi miliardi di tonnellate di neve artificiale sul continente antartico per scongiurarne lo scioglimento. Un'operazione mastodontica, ai limiti dell'inverosimile. Non sei l'unico a pensarlo: è uno scenario improbabile anche secondo gli esperti del Potsdam Institute for Climate Impact Research (in Germania) che, in uno studio pubblicato su Science Advances, hanno elaborato la simulazione di un evento del genere. Evento che però rende molto bene l'idea della drammaticità della situazione, se non facciamo qualcosa per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra in tempi brevi.

Nel 2100 New York e Shanghai potrebbero essere sommerse in parte dall'acqua a causa dello scioglimento dei ghiacci polari

Lo studio mette in evidenza che la calotta polare che ricopre l'Antartide occidentale sta scivolando nell'oceano, facendo così innalzare il livello dei mari a livello mondiale. Mentre un'ulteriore destabilizzazione della calotta glaciale in altre parti del continente può essere limitata da una riduzione delle emissioni di gas climalteranti, è probabile – dicono i ricercatori – che la lenta ma inesorabile perdita di ghiaccio nell'Antartide occidentale continui anche nel caso si contenesse il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi rispetto all'era pre-industriale, come stabilito dall'Accordo di Parigi del 2015.

Le conseguenze? Tra un centinaio di anni potremmo vedere città come New York o Shanghai in parte sommerse dall'acqua. E allora qual è il rimedio allo scioglimento dell'Antartide? Come si può rimpiazzare il ghiaccio perduto? La soluzione è generare miliardi di tonnellate di neve artificiale, pompando l'acqua oceanica direttamente sui ghiacciai e distribuendola con dei cannoni sparaneve. Ciò significherebbe colossali sforzi di ingegneria e una produzione di energia da almeno 12mila turbine eoliche; in sostanza, significherebbe distruggere una delle regioni ancora incontaminate del mondo.

Gli scienziati non sostengono un simile progetto, ovviamente. Il paradosso serve proprio a far capire la gravità della situazione. Questa ipotesi magari si concretizzerà in futuro, quando l'umanità avrà a disposizione mezzi tecnologici che permetteranno tutto ciò. Intanto nel presente l'unica scelta possibile per evitare il peggio è abbandonare i combustibili fossili, ribadiscono gli scienziati.

Fonte | "Stabilizing the West Antarctic Ice Sheet by surface mass deposition" pubblicato su Science Advances il 17 luglio 2019