La nuova diga sì, le rinnovabili no. Perchè il Ministero della Cultura ha bloccato le pale eoliche al porto di Genova

Stop al progetto di parco eolico sulla nuova diga foranea del porto di Genova. Lo ha deciso il Ministero della Cultura, motivando la sua scelta con l’impatto sul paesaggio che l’opera avrebbe comportato. Ma associazioni come Legambiente non ci stanno e chiedono di aprire una riflessione “sull’integrazione delle rinnovabili nel paesaggio gestito dall’uomo”.
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Michele Mastandrea 1 Aprile 2022

Cambierebbero per sempre il paesaggio, in particolare il panorama che si estende dalla celebre Lanterna allo storico Porto Antico. Con questa motivazione, devi sapere, il Ministero della Cultura ha bloccato un progetto di parco eolico che sarebbe dovuto sorgere sulla nuova diga foranea del porto di Genova. L'opera sarebbe consistita nell'installazione di venti pale, dell'altezza di circa 50 metri.

La realizzazione della nuova diga – che dovrebbe essere completata entro il 2030 –  potrà procedere, ma dovrà essere dunque stralciata la parte relativa alla produzione di energia rinnovabile. A risultare decisiva è stata la Valutazione d'Impatto Ambientale (Via) promossa dal Ministero. Secondo la quale la parte relativa all'eolico va stoppata "in quanto eccessivamente impattante in relazione ai valori paesaggistici e storici tutelati".

Sulla decisione del Ministero della Cultura, di carattere vincolante, è molto critico però il giudizio di Legambiente Liguria. Seppure non completamente favorevole al progetto, per l'associazione la decisione è decisamente contraddittoria a livello di motivazioni. "Si contesta l'impatto relativo alla altezza delle pale ma la nuova diga, come una muraglia che svetta per sette metri fuori dall'acqua ed ha una lunghezza di oltre tre chilometri non comporta un impatto paesaggistico?", hanno commentato gli ambientalisti.

La stessa Legambiente inoltre sollecita "una discussione sul cambiamento dei passaggi industriali e all' integrazione delle rinnovabili nel paesaggio gestito dall'uomo". Insomma, servirebbe adeguare i criteri della bellezza e della tutela del paesaggio all'era attuale. In cui la transizione all'energia rinnovabile è necessaria per salvare il pianeta, e dunque anche per tutelarne le ricchezze culturali e paesaggistiche. Per il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini, la decisione del dicastero guidato da Dario Franceschini sarebbe dovuta a una "ossessione contro le rinnovabili".

Non è la prima volta che impianti eolici di questo tipo vengono fermati. Era successo anche nel 2014, con lo stop al progetto di parco eolico presentato dal famosissimo architetto Renzo Piano, nato proprio a Genova. Progetto però relativo alla diga già esistente e non alla nuova, che come detto è attualmente in costruzione.

Ai tempi, la bocciatura arrivò a causa dell'interferenza che le "Libellule", le pale disegnate da Piano, di circa 20 metri d'altezza, avrebbero prodotto con il traffico aereo in entrata e in uscita dall'aeroporto della città ligure. Neppure la rivisitazione del progetto è però riuscita a ottenere l'ok del Ministero. Quanto successo solleva interrogativi sulla volontà di puntare seriamente sulle rinnovabili aldilà dell'importanza della tutela del paesaggio: in particolare in una Regione come la Liguria che sfrutta pochissimo le grandi risorse di vento disponibili.