La pandemia non ferma l’ecomafia: nel 2020 un reato ambientale ogni 4 ore

Nell’ultimo rapporto Ecomafia pubblicato da Legambiente si parla di quasi 35mila ecoreati commessi in Italia lo scorso anno, in leggero aumento rispetto all’anno precedente.
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Gianluca Cedolin 19 Novembre 2021

Nel 2020, anno in cui siamo rimasti chiusi in casa per tre mesi e per almeno altri tre-quattro abbiamo vissuto con forti limitazioni a causa dell'emergenza Covid-19, i reati sono diminuiti, ma non quegli ambientali, che invece sono leggermente aumentati rispetto al 2019. Questo almeno ha rivelato il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato come ogni anno da Legambiente. Lo scorso anno i reati ambientali sono stati 34.867, con un aumento dello 0,6% rispetto all'anno precedente. È un numero spropositato: parliamo di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora.

Le regioni più colpite sono quelle a tradizionale presenza mafiosa, scrive Legambiente: Sicilia, Campania, Puglia e Calabria pesano per il 46,6% del totale. Parliamo di un giro d'affari (a spese dell'ambiente e della nostra salute) da 10,4 miliardi di euro. Nonostante la diminuzione dei controlli, sono aumentate le persone denunciate (33.620, +12% rispetto al 2019). Nel 2020 sono stati inoltre commissariati ben 32 Comuni per ecomafia.

La maggior parte dei reati ambientali commessi in Italia sono legati all'abuso edilizio e allo smaltimento illegale di rifiuti, visto che, come si legge nell'indagine, gli illeciti legati al ciclo del cemento sono il 33% e quelli sui rifiuti il 24%. Nel 2020 però sono cresciuti soprattutto i reati di natura predatoria, contro la fauna e i nostri boschi, aumentati rispettivamente del 24 e del 12%.

"Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)", ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. "Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del Paese".