La pesca del dattero di mare è reato di disastro ambientale. E Marevivo esulta per la sentenza

Anni di mobilitazione per la difesa dell’ecosistema marino hanno portato finalmente a una vittoria. La pesca del dattero di mare costituisce reato di disastro ambientale ed è condannabile fino sei anni.
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Gaia Cortese 3 Novembre 2022

La pesca del dattero di mare costituisce il reato di disastro ambientale. Secondo la sentenza dello scorso 28 ottobre del Tribunale di Torre Annunziata, che arriva dopo quella datata marzo 2022 del Tribunale di Napoli, la pesca del dattero di mare e delle specie protette determina un grave e devastante impatto nell’ecosistema marino, pertanto i responsabili di tale reato sono condannabili fino 6 anni, usufruendo di un terzo di sconto della pena per la scelta del rito abbreviato.

Una sentenza che avrà un peso fondamentale nella difesa del mare, ma per arrivarci sono serviti anni e anni di mobilitazione e lotta contro la pesca illegale. Ed è una battaglia che ancora non si può dire conclusa perché si dovrà colpire chiunque favorisca in ogni forma, anche con il consumo, un mercato che ha terribili conseguenze per l’ambiente e ciò sarà possibile attraverso un'efficace campagna di informazione, basata anche sulle sentenze arrivate recentemente.

In Italia la pesca dei datteri di mare è vietata dal 1998, nonostante questo mollusco continui a essere depredato da pescatori di frodo.

Come comunicato sul proprio sito, "L’Associazione Marevivo continuerà nella sua missione così come da oltre trent’anni laddove nel lontano 1988 chiese un intervento al Ministro della Marina Mercantile che emanò un decreto di proibizione della pesca, poi integrato con la proibizione alla detenzione e all’importazione. In questa continuità si inserisce la costituzione di parte civile di Marevivo nell’ambito dei procedimenti penali avanti al Tribunale di Napoli e di Torre Annunziata sebbene feroci sono stati i tentativi della difesa degli imputati, di estromettere l’associazione dai processi".

Resi noti i provvedimenti giudiziari, l’Avvocato Mariagiorgia De Gennaro, Delegato Marevivo Vico Equense ha dichiarato: "Riponiamo fiducia nella istituzione del Ministero del Mare, che possa traghettare quel sentimento che Marevivo ha profondamente avvertito da oltre trent'anni e che oggi è stato riconosciuto nelle aule di giustizia, in una legislazione volta a cristallizzare l’assoluto bisogno della salvaguardia del mare, attraverso disposizioni volte a garantire la tutela dell’ecosistema marino che non si nutre di sentenze di condanna ma di azioni volte a prevenire scempi talvolta dalle conseguenze irreversibili”.